Riflessioni dopo la lettura della Bibbia.

Stiamo leggendo assieme i primi capitoli della Genesi.

Per cogliere appieno i significati e le implicazioni del racconto, bisogna analizzarlo: don Claudio ci guida e ci ambienta perché non è facile cogliere i vari aspetti.

Lentamente, quasi inavvertitamente, ci troviamo tutti coinvolti nel mettere a fuoco temi abbastanza scontati ma anche aspetti più reconditi.

Prendiamo ad esempio il racconto del peccato originale. Tutti gli uomini, per suo tramite, hanno avuto accesso "all'albero della conoscenza del bene e del male", con tutte le relative conseguenze.

Nonostante le promesse del serpente ci è stato invece rimasto precluso l'accesso "all'albero della vita" nella accessione più ampia (inclusi gli aspetti spirituali, di soprannaturalità, di eternità).

Collegando il racconto della Genesi con i testi del nuovo testamento riusciamo ad individuare il significato del Cristianesimo; Gesù è venuto a darci la chiave di questo accesso all'albero della vita".

Tramite l'azione dello Spirito Santo e naturalmente con la nostra partecipazione.

Altro tema esaminato è stato la paura di Adamo ed Eva.

La paura deriva sempre dalla mancanza di confidenza. Si è dileguata la confidenza in Dio: la nostra vita si svolge all'insegna di una molteplicità di desideri e incombenze, ma il nostro rapporto con Dio è posto nell'ultima fila e, spesso, è inesistente.

Questo è il motivo di tante nevrosi; è il nostro dramma, magari inconscio.

Ho letto che non pochi tra i superstiti della tragedia del Vajont, soffrono ancora di svariati sintomi post-traumatici. Tra tutti mi ha colpito quello "da evitamento", cioè il desiderio forte di voler parlare dell'accaduto.

La difficoltà che proviamo al manifestare al sacerdote che ci confessa, la nostra "nudità" e, ancora prima, quella di ammettere a noi stessi di aver ceduto al male non potrebbero essere visti come sintomi "da evitamento", post-traumatici del peccato originale? Lo stesso si può dire per la difficoltà che proviamo nel pregare.

Pensare, sempre secondo la Genesi, che Dio dopo il peccato è rimasto così intenerito di fronte alla fragilità dell'uomo che, si è affrettato a cucirgli addosso un' "abito di pelle" per ridargli calore fisico, ma sopratutto sicurezza e dignità.

Poi il tema: "il giardino dell'Eden".

Si potrebbe individuarlo nella nostra esistenza che ci trasformerebbe in un vero e proprio Eden qualora riuscissimo a confidare a Dio, mano nella mano, tutte le nostre situazioni.

Impossibile immaginare l'atmosfera di sapienza, di coraggio, di amore, di pace in cui ci troveremo a vivere.

Grazie Chiesa!

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