DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE 2 aprile 2023  - Anno A  (23)

Non un privilegio

   

All'inizio della Grande Settimana, cuore della celebrazione perenne della nostra salvezza, ci viene presentato "come" Gesù si mette di fronte al mondo e al cammino che intravede davanti a sé: "non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso". Gesù accetta l'umiliazione della croce non in maniera passiva, ma conscio e convinto della propria vocazione. Questo svuo­tamento, questa spogliazione del proprio status, del proprio possibile privilegio, è simbolo del dono incondizionato di Dio.

"Essere come Dio" per Gesù non è un privilegio che può far evitare di impegnarsi o che mette su una strada senza ostacoli, ma anzi è assumere su di sé il compito più alto e difficile. Proprio questo modo di affrontare l'umiliazione della croce diviene il trampolino di lancio per la "super esaltazione" della risurrezione.

         
       

TUTTA LA CREAZIONE PREPARA E ATTENDE LA PASQUA

"Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione" (Lc 22,15). Da queste parole che ci introducono appieno nella celebrazione della Settimana Santa, il Papa prende spunto per sottolineare alcune dimensioni fondamentali della celebrazione liturgica.

"Pietro e Giovanni - scrive nella Desiderio desideravi - erano stati mandati a preparare per poter mangiare la Pasqua, ma, a ben vedere, tutta la creazione, tutta la storia - che finalmente stava per rivelarsi come storia di salvezza - è una grande preparazione di quella Cena. Pietro e gli altri stanno a quella mensa, inconsapevoli eppure necessari: ogni dono per essere tale deve avere qualcuno disposto a riceverlo. In questo caso la sproporzione tra l'immensità del dono e la piccolezza di chi lo riceve, è infinita e non può non sorprenderci. Ciò nonostante - per misericordia del Signore - il dono viene affidato agli Apostoli perché venga portato ad ogni uomo."

 

 

   

Commemorazione dell'ingresso del Signore in Gerusalemme

Antifona  Cf. Mt 21,9

 

LA MEMORIA DELL'INGRESSO DEL SIGNORE IN GERUSALEMME SI FA IN TUTTE LE MESSE. DOVE NON È POSSIBILE LA PROCESSIONE PARTENDO ALL'ESTERNO DELLA CHIESA, SI PUÒ FARE L'INGRESSO SOLENNE PRIMA DELLA MESSA PRINCIPALE NELLA FORMA PIÙ ADATTA AL LUOGO. PRIMA DI TUTTE LE ALTRE MESSE SI COMMEMORA CON UN CANTO ADATTO O CON LA PROCLAMAZIONE DELLA ANTIFONA D'INGRESSO.

Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele! Osanna nell'alto dei cieli!

CHI PRESIEDE SALUTAI FEDELI CHE HANNO GIÀ IN MANO I RAMI D'ULIVO.

C - Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

A - Amen.

POI CON QUESTE O ALTRE PAROLE ILLUSTRA IL SIGNIFICATO DEL RITO ED ESORTA I FEDELI AD UNA CELEBRAZIONE ATTIVA E CONSAPEVOLE.

C - Fratelli e sorelle, fin dall'inizio della Quaresima abbiamo cominciato a preparare i nostri cuori attra­verso la penitenza e le opere di carità. Oggi siamo qui radunati affinché con tutta la Chiesa possiamo essere introdotti al mistero pasquale del nostro Signore Gesù Cristo, il quale, per dare reale com­pimento alla propria passione e risurrezione, entrò nella sua città, Gerusalemme. Seguiamo perciò il Signore, facendo memoria del suo ingresso salvi­fico con fede e devozione, affinché, resi partecipi per grazia del mistero della croce, possiamo aver parte alla risurrezione e alla vita eterna.

Preghiamo.

Dio onnipotente ed eterno, benedici o questi rami [di ulivo], e concedi a noi tuoi fedeli, che seguiamo esultanti Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

A - Amen.

OPPURE:

Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te e concedi a noi tuoi fedeli, che oggi innalziamo questi rami in onore di Cristo trionfante, di rimanere uniti a lui, per portare frutti di opere buone. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

CHI PRESIEDE ASPERGE I RAMI CON L'ACQUA BENEDETTA.

Vangelo Mt 21, 1-11  

 

 

 

C - Dal vangelo secondo Matteo.

A - Gloria a te, o Signore.

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Betfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un'asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno poi vi dirà qualcosa, risponderete: "Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito"». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: "Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un'asina e su un puledro figlio di una bestia da soma"». I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l'asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliava-no rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Ge­rusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazaret di Galilea». Parola del Signore.      

A - Lode a te, o Cristo.

   

C - Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusa­lemme, che acclamavano Gesù, Re e Signore, e avviamoci in pace.

SI AVVIA LA PROCESSIONE DURANTE LA QUALE SI ESEGUONO CANTI ADATTI (VEDI ULTIMA PAGINA).

   

MESSA DELLA PASSIONE

   

PER LA COMMEMORAZIONE DELL'INGRESSO DI GESÙ A GERUSALEMME, NELLA FORMA SEMPLICE, SI ESEGUE IL CANTO DI INGRESSO OPPURE, DOPO IL CONSUETO INIZIO E SALUTO, SI PROCLAMA LA SEGUENTE ANTIFONA.

   

ANTIFONA

Sei giorni prima della solenne celebra­zione della Pasqua, quando il Signore entrò in Gerusalemme, gli andarono incontro i fanciulli: portavano in mano rami di palma, e acclamavano a gran voce: «Osanna nell'alto dei cieli: Gloria a te che vieni, pieno di bontà e di misericordia».

SEGUE L'ATTO PENITENZIALE. NON SI RECITA IL "GLORIA". DOPO LA PRO-CESSIONE O L'INGRESSO SOLENNE LA MESSA INIZIA CON LA COLLETTA.

COLLETTA

C - Preghiamo.           (PAUSA DI PREGHIERA)

O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa' che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.         A - Amen.

   

LITURGIA DELLA PAROLA

Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapen­do di non restare deluso.

Dal libro del profeta Isaia    (50,4‑7)

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da disce­polo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. II Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indie­tro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

Parola di Dio.

A - Rendiamo grazie a Dio.

     

Salmo Responsoriale Dal Salmo 21 (22)

 

Rit. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: «Si rivolga al Signore; lui lo liberi, lo porti in salvo, se davvero lo ama!». Rit.

Un branco di cani mi circonda, mi accerchia una banda di malfattori; hanno scavato le mie mani e i miei piedi. Posso contare tutte le mie ossa. Rit.

Si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. Rit.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all'assemblea. Lodate il Signore, voi suoi fedeli, gli dia gloria la discendenza di Giacobbe, lo tema tutta la discendenza d'Israele. Rit.

   

Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi   (2, 6‑11)

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso fa­cendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. Parola di Dio.  

A - Rendiamo grazie a Dio.

Canto del Vangelo Fil 2,8-9

Rit. Lode e onore a te, Signore Gesù!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. * Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome.

Rit. Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo Mt 26,14-27,66

Nel suo racconto della passione, Matteo mostra come tutta la vita di Gesù è obbedienza al Padre, soprattutto nell'ora suprema.

# = Gesù; L = Lettore; D = Discepoli e amici; F = Folla; A =altri personaggi.

 

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo.

C In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: A «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». C E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.

Istituzione dell'Eucaristia

C Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: F «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». C Ed egli rispose: # «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepo­li"». C I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano disse: # «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». C Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: F «Sono forse io, Signore?». C Ed egli rispose: # «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. II Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». C Giuda, il traditore, disse: A «Rabbì, sono forse io?». C Gli rispose: ç «Tu l'hai detto». C Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli disse: # «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». C Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: # «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. lo vi dico che d'ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». C Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Il rinnegamento

C Allora Gesù disse loro: # «Questa notte per tutti voi sarà motivo di scandalo. Sta scritto infatti: "Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge". Ma, dopo che sarò risorto, vi prece­derò in Galilea». C Pietro gli disse: A «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». C Gli disse Gesù: ç «In verità ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». C Pietro gli rispose: A «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». C Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli. Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: # «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». C E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: ç «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». C Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: # «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».

L'agonia

C Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: # «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pre­gate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». C Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: # «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». C Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: # «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina e il Figlio dell'uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

L'arresto

C Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giu­da, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. II traditore aveva dato loro un segno, dicendo: A «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». C Subito si avvicinò a Gesù e disse: A «Salve, Rabbì!». C E lo baciò. E Gesù gli disse: ç «Amico, per questo sei qui!». C Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: # «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che pren­dono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scrit­ture, secondo le quali così deve avvenire?». C In quello stesso momento Gesù disse alla folla: # «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». C Allora tutti i discepoli, lo abbandonarono e fuggirono.

Davanti a Caifa

C Quelli che avevano arrestato Gesù, lo condus­sero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto tra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: A «Costui ha dichiarato: "Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni"». C Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: A «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». C Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: A «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». # «Tu l'hai detto, C gli rispose Gesù; # anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». C Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: A «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». C E quelli risposero: F «E reo di morte!». C Allora gli sputarono in faccia e lo per-cossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: F «Fa' il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

Pietro rinnega Gesù

C Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: A «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». C Ma egli negò davanti a tutti dicendo: A «Non capisco che cosa dici». C Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: A «Costui era con Gesù, il Nazareno». C Ma egli negò di nuovo, giurando: A «Non conosco quell'uomo». C Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: F «E vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». C Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: A«Non conosco quell'uomo»!». C E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte» . E, uscito fuori, pianse amaramente.

Gesù consegnato a Pilato

C Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi, lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

Disperazione di Giuda

C Allora Giuda - colui che lo tradì -, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d'argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: A «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». C Ma quelli dissero: F «A noi che importa? Pensaci tu!». C Egli allora, gettate le monete d'argento nel tem­pio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: F «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». C Tenuto consiglio comprarono esse il "Campo del vasaio" per la sepoltura degli stranieri. Perciò di sangue" fino al giorno d'oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d'argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d'Israele, e le diedero per il Campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».

[INIZIO FORMA BREVE]

Davanti a Pilato

C Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: A «Sei tu il re dei Giudei?». C Gesù rispose: ç «Tu lo dici». C E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: A «Non senti quante testimonianze portano contro dite?». C Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in li­bertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: A «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». C Sapeva bene infatti che glielo avevano conse­gnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: A «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». C Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: A «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». C Quelli risposero: F «Barabba!». C Chiese loro Pilato: A «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». C Tutti risposero: F «Sia crocifisso!». C Ed egli disse: A «Ma che male ha fatto?». C Essi allora gridavano più forte. F «Sia crocifisso!». C Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: A «Non sono respon­sabile di questo sangue. Pensateci voi!». C E tutto il popolo rispose: F «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». C Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

La tortura

C Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo, e gli misero una canna nella mano destra. Poi inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: F «Salve, re dei Giu­dei!». C Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via- per  crocifiggerlo.

Sul Calvario

C Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa "luogo del cranio", gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, sedutisi, gli face-vano la guardia. AI di sopra del suo capo, posero il motivo scritto della sua condanna: "Costui è Gesù, il re dei Giudei". Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: F «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio e scendi dalla croce!». C Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: F «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! E il re d'Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuoi bene. Ha detto infatti: "Sono Figlio di Dio!"». C Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

La morte di Gesù

C A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: # «Eli, Elì, lemà sabactàni?», C che significa: # «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». C Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: F «Costui chiama Elia». C E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: F «Lascia! vediamo se viene Elia a salvarlo!». C Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

CI SI METTE IN GINOCCHIO PER UN MOMENTO DI SILENZIO E RIFLESSIONE.

C Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzaro­no, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: F «Davvero costui era Figlio di Dio!».

[FINE FORMA BREVE]

C Vi erano là anche molte donne, che osservava-no da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c'erano Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

Gesù viene deposto nella tomba

C Venuta la sera, giunse un uomo ricco di Arima­tea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe, prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all'entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c'erano Maria di Magdala e l'altra Maria. Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: F «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore, mentre era vivo, disse: "Dopo tre giorni risorgerò". Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: "E risorto dai morti". Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». C Pilato disse loro: A «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». C Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Parola del Signore.     A - Lode a te, o Cristo.

Omelia

   

CREDO DEGLI APOSTOLI

lo credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Fi­glio nostro Signore, (INCHINO) il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

Preghiere dei fedeli

 

IL TESTO Può ESSERE SOSTITUITO O AVERE VARIAZIONI

C - Come veri discepoli seguiamo Cristo, Re di pace, che entra in Gerusalemme per portare a com­pimento la sua missione. Uniti al nostro salvatore, invochiamo Dio, Padre misericordioso, principio e fonte di ogni benedizione.

Per la passione del tuo Figlio, ascoltaci, o Padre.

1. La santa Chiesa guardi con cuore materno alla croce di tanti suoi figli. Preghiamo. Rit.

2. La celebrazione della Settimana Santa doni nuova gioia e speranza a tutti i battezzati. Pre­ghiamo. Rit.

3. Coloro che soffrono si sentano uniti alla passione di Cristo. Preghiamo. Rit.

4. I giovani compiano con coraggio scelte d'amore e libertà. Preghiamo. Rit.

5. Noi tutti sappiamo essere strumenti di pace. Preghiamo. Rit.

ALTRE INTENZIONI O MOMENTO DI SILENZIO

C - Ascolta, o Padre, la preghiera del tuo popolo che segue il tuo Figlio: dopo averlo acclamato nel giorno dell'esultanza, fa' che lo seguiamo con fi­ducia nell'ora oscura e vivificante della croce. Egli vive e regna nei e secoli dei secoli.  

A - Amen.

   

LITURGIA EUCARISTICA

   

C - Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo... A - Benedetto nei secoli il Signore.

C - Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente. A - ll Signore riceva dalle tue mani questo sa­crificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

SULLE OFFERTE    (IN PIEDI)

C - Dio onnipotente, la passione del tuo unico Figlio affretti il giorno del tuo perdono; non lo meritiamo per le nostre opere, ma l'ottenga dalla tua miseri­cordia questo unico mirabile sacrificio. Per Cristo nostro Signore.         

A - Amen.

Prefazio Domenica delle Palme MR p.124

 

C - Il Signore sia con voi.

A - E con il tuo spirito.

C - In alto i nostri cuori.

A - Sono rivolti al Signore.

C - Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.

A - È cosa buona e giusta.

C - È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo Signore nostro. Egli, che era senza peccato, accettò la passione per noi peccatori e, consegnandosi a un'ingiusta condanna, portò il peso dei nostri peccati. Con la sua morte lavò le nostre colpe e con la sua risurrezione ci acquistò la salvezza. E noi, con tutti gli angeli del cielo, innalziamo a te il nostro canto, e proclamiamo insieme la tua lode:

TUTTI - Santo, Santo, Santo...

Preghiera Eucaristica II MR p.424

 

IL CELEBRANTE Può SCEGLIERE UN'ALTRA PREGHIERA EUCARISTICA

C - Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità. Ti preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito perché diventino per noi il Corpo e o il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo. Egli, consegnandosi volontariamente alla passione, prese il pane, rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse:

PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.

I Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice, di nuovo ti rese grazie, lo diede ai suoi discepoli e disse:

PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI.

FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.

C - Mistero della fede.

A - Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo.

C - Celebrando il memoriale della morte e risurre­zione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie perché ci hai resi degni di stare alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale. Ti preghiamo umilmente: per la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo. Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra e qui convocata nel giorno in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale: rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro papa N., il nostro vescovo N., i presbiteri e i diaconi. Ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della risurrezione e, nella tua misericordia, di tutti i defunti: ammettili alla luce del tuo volto. Di noi tutti abbi misericordia, donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, san Giuseppe, suo sposo, gli apostoli [, san N.: santo del giorno o patrono] e tutti i santi che in ogni tempo ti furono graditi, e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua lode e la tua gloria. Per Cristo, con Cristo e in Cristo a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.

A - Amen.

Riti di Comunione  

PAROLE DI INTRODUZIONE

TUTTI - Padre nostro che sei nei cieli...

C - Liberaci, o Signore, da tutti i mali...

A - Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

C - Signore Gesù Cristo...    

A - Amen.

C - La pace del Signore sia sempre con voi. A - E con il tuo spirito.

C - In Cristo, che ci ha resi tutti fratelli con la sua croce, scambiatevi il dono della pace.

A - (MENTRE SI SPEZZA IL PANE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

C - Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell'Agnello.

A - O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

Antifona alla Comunione Mt 26,42  

Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà.

   

 

Dopo la Comunione  

C - Preghiamo. O Padre, che ci hai nutriti con i tuoi santi doni, e con la morte del tuo Figlio ci fai sperare nei beni in cui crediamo, fa' che per la sua risur­rezione possiamo giungere alla meta della nostra speranza. Per Cristo nostro Signore.

A - Amen.

   

RITI DI CONCLUSIONE

   

C - Il Signore sia con voi.

A - E con il tuo spirito.

ORAZIONE SUL POPOLO

C - Volgi lo sguardo, o Padre, su questa tua famiglia per la quale il Signore nostro Gesù Cristo non esitò a consegnarsi nelle mani dei malfattori e a subire il supplizio della croce. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.      

A - Amen.

C - E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e , Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. 

A - Amen.

C - Glorificate il Signore con la vostra vita. Andate in pace.

A - Rendiamo grazie a Dio.

   

La Settimana Santa

   

Dalla celebrazione di questa domenica "delle Palme" e della Passione del Signore, fino a tutta la domenica di Pasqua, siamo invitati a seguire Gesù, quasi ora dopo ora, negli eventi della sua ultima Pasqua a Gerusalemme.

Nei primi tre giorni della Settimana Santa, in molte chiese c'è l'adorazione solenne, chiamata "delle quaranta ore".

Il Giovedì Santo si celebrano soltanto la Messa Crismale e la Messa nella Cena del Signore; non ci sono altre messe neanche per i funerali.

Al mattino, alle ore 9, Messa Crismale nella chiesa Cattedrale: il Vescovo celebra l'Eucarestia con i sacerdoti della Diocesi. C'è la benedizione degli Oli Santi: l'Olio dei Catecumeni, per l'unzione prima del Battesimo; l'Olio degli Infermi per l'unzione dei malati; il Santo Crisma per l'unzione dopo il battesimo, l'unzione dei cresimandi e dei sacerdoti. I sacerdoti rinnovano le loro promesse sacerdotali. Sono presenti i diaconi, i ministri straordinari della Comunione, le religiose, i religiosi, ministranti e rappresentanze di laici.

Il Triduo Pasquale

• GIOVEDÌ SANTO

Alla sera - SANTA MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE. Inizio del Triduo Pasquale, centro di tutto l'anno liturgico. Vengono rievocati gli avvenimenti dell'Ultima Cena, dell'istituzione dell'Eucarestia e del Sacerdozio. All'inizio vengono portati processionalmente gli Oli Santi. Dopo l'annuncio della Parola c'è la lavanda dei piedi e la consegna dei frutti della colletta quaresimale "Un pane per amor di Dio". Al termine della Messa l'Eucarestia viene portata all'altare della reposizione; i fedeli sono invitati a sostare in adorazione.

• VENERDÌ SANTO

CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE.

Giorno penitenziale di digiuno ed astinenza dalle carni. La celebrazione inizia con la lettura della Parola di Dio. Segue l'orazione universale. Viene poi presentata ai fedeli la Croce: essi si accostano in segno di adorazione e la baciano. La distribuzione dell'Eucarestia conclude il rito.

• SABATO SANTO

IL GRANDE SILENZIO. In questo giorno non ci sono celebrazioni liturgiche. È il giorno in cui il Figlio di Dio discende agli inferi e illumina tutta l'oscurità della morte. Prosegue il digiuno (facol­tativo). La Chiesa vive l'attesa della Risurrezione.

• PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

VEGLIA PASQUALE che deve essere celebrata nella notte, più tardi di ogni altra celebrazione vespertina, non prima delle 21. In essa la Chiesa celebra l'annuncio fondamentale della sua fede: "Cristo è risorto!". La solenne liturgia prevede quattro momenti.

-  La liturgia della luce. Benedizione del fuoco nuovo, accensione del cero pasquale ed ingresso, nella chiesa buia, con il segno della luce: "Cristo Luce del mondo!". Viene cantato l'annuncio pasquale "Exultet".

-  La liturgia della parola. Diverse letture bibliche rievocano i fatti salienti della storia della Sal­vezza. Prima della proclamazione del Vangelo della Risurrezione le campane (mute dalla sera del giovedì santo) annunciano, nel loro concerto di festa, l'Evento pasquale.

-  La liturgia battesimale. Benedizione dell'acqua battesimale, amministrazione (molto opportuna) dei Battesimi, rinnovazione delle promesse battesimali dei fedeli.

-  La liturgia eucaristica. Il culmine della celebrazione pasquale: Cristo risorto è vivo in mezzo al suo popolo, si offre al Padre, diventa cibo nel cammino della vita.

DOMENICA DI PASQUA: "Questo è il giorno di Cristo Signore, alleluja, alleluja!". Il Signore è risorto! Da oggi, per cinquanta giorni, la Chiesa celebra il fondamento della sua fede. 

   

CANTI

   

OSANNA AL FIGLIO DI DAVID (Ldp 258 o 195)

Rit. - Osanna al Figlio di David, Osanna al Re­dentor.

Apritevi, o porte eterne / avanzi il Re della gloria,/ adorin cielo e terra / l'eterno suo poter.

Rit. - Osanna al Figlio di David, Osanna al Re­dentor.

LE FOLLE DEGLI EBREI

Antifona - Le folle degli Ebrei, portando rami d'ulivo, andavano al Signore e acclamavano a gran voce: Osanna nell'alto del cieli.

OPPURE, IN GREGORIANO:

Pueri Hebraeorum portantes ramos olivarum, obviaverunt Domino, clamantes et dicentes: Hosanna in excelsis.

QUEST'ANTIFONA SI PUÒ, EVENTUALMENTE, ALTERNARE CON LE STROFE DEL SALMO 23.

Del Signore è la terra e quanto contiene, * l'universo e i suoi abitanti. E lui che l'ha fondata sui mari " e sui fiumi l'ha stabilita. Rit.

Chi salirà il monte del Signore? * Chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, * chi non giu­ra a danno del suo prossimo. Rit.

Egli otterrà benedizione dal Signore, * giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, " che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Rit. Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, * ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? " Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia. Rit.

Sollevate, porte i vostri frontali, alzatevi porte antiche, * ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? " Il Signore degli eserciti è il re del-la gloria. Rit.

Antifona - Le folle degli Ebrei lungo la strada stendevano i mantelli, e acclamavano a gran voce: Osanna al Figlio di Davide. Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

CHRISTUS VINCIT (Ldp 105)

Christus vincit! Christus regnat! Christus, Chri­stus imperat!

Tempora bona veniant, pax Christi veniat, Re­gnum Christi veniat!

Christus vincit! Christus regnat! Christus, Chri­stus imperat!

GLORIA A CRISTO (LdP 52 o 48)

1. Gloria a Cristo, splendore eterno del Dio vivente! Rit. - Gloria a te, Signor!

2. Gloria a Cristo, sapienza eterna del Dio vivente!

3. Gloria a Cristo, Parola eterna del Dio vivente!

4. Gloria a Cristo, che illumina e guida i figli di Dio!

5. Gloria a Cristo, venuto nel mondo a nostra salvezza!

6. Gloria a Cristo, che muore e risorge per tutti i fratelli!

LAUDA SION SALVATOREM (F. Caudana)

Lauda, Sion, Salvatorem, lauda ducem et pasto-rem, in hymnis et canticis.

Sit laus piena, sit sonora, sit jucunda, sit decora mentis iubilatio.

Christus vincit, Christus regnat, Christus im­perat! (bis)

SIGNORE DIO          (LdP 299 o 226)

1. Signore Dio in te confido: tu sei speranza del mio cuor. Nell'ansie mie a te m'affido; vicino a te non ho timor.

Rit. - In te fidente non cadrò; al gaudio eterno giungerò.

2. Tu sei mio gaudio, mia fortezza, del tuo amor non mi privar. Da te io spero la salvezza; non sia vano il mio sperar. Rit.

DOLCE SIGNORE (LdP 298 o 225)

Dolce Signore, nostro Salvatore, e tristemente tra-dito e abbandonato, noi peccatori ti abbiamo amareggiato: pietà, Signore!

Dolce Signore, mite e innocente, e duramente colpito e flagellato, noi peccatori ti abbiamo tormentato: pietà, Signore!

NELL'ULTIMA GRAN CENA        (LdP 308 o 236)

1. Nell'ultima gran cena, la notte che, tradito, ti vide, redentor, a noi tuo Sangue e Corpo donasti in sacrificio nel tempo fino al tuo tornar.

2. Memoria della morte e di risurrezione è segno di unità; ci colma d'ogni grazia, ci dà pegno di gloria, è sacramento di pietà.

   
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