Il simbolo dell'olio e delle unzioni |
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La
piacevole e tonificante azione che l'olio esercita sul nostro corpo, quando col
massaggio ne penetra i tessuti donando elasticità e vigore, illumina il
significato profondo che nel linguaggio biblico e liturgico dei segni ogni
unzione sacramentale esprime. Lo Spirito di Dio, come olio, da vigore alle
membra e abilita "energeticamente " il cristiano a compiere la Volontà
del Padre come Gesù, l'Unto di Dio.
Onestamente
dobbiamo dire che se oggi nella liturgia cristiana c'è un gesto che ci lascia
alquanto indifferenti e talvolta persino perplessi è proprio quello
dell'unzione. E pensare che il nome stesso che portiamo, cristiani, è un
continuo richiamo all'unzione. Il termine Cristo infatti è parola di origine
greca che traduce letteralmente il termine ebraico messia, che significa
"unto", cioè scelto, consacrato, inviato di Dio. Ancora una volta è
opportuno sottolineare che il simbolismo liturgico rischia di non essere
compreso e di essere anche frainteso senza il riferimento alla Scrittura, alla
concreta storia della Salvezza. Bibbia e liturgia sono come le due facce di
un'unica realtà, più di quanto possiamo immaginare, in quanto non si tratta
semplicemente di "illustrare" i segni liturgici con la Scrittura, ma
la liturgia è attualizzazione sacramentale dell'evento biblico; evento che si
rende pertanto presente e operante.
Segno della Salvezza di Dio
Come mai il segno dell'olio è entrato così abbondantemente nel culto cristiano? Infatti è in qualche modo presente proprio in tutti i sacramenti: nel battesimo, nella confermazione e, indirettamente, anche nell'eucaristia se pensiamo che la mensa dell'altare viene unta nel rito della dedicazione. Possiamo dire che è presente anche nel sacramento della penitenza in quanto nel medio evo la riconciliazione veniva significata con l'imposizione delle mani accompagnata dall'unzione; l'olio è presente nell'unzione degli infermi, nelle ordinazioni episcopali e presbiterali e, in un certo modo, anche nel matrimonio in quanto, almeno in un rito orientale, quello copto, è prevista l'unzione degli sposi. Tanto spazio dato alle unzioni si radica esclusivamente nella tradizione biblica e solo conoscendo questa è possibile comprendere veramente il messaggio e l'azione salvifica che la Chiesa intende operare attraverso i singoli sacramenti. L'olio è quindi così presente nella Liturgia cristiana perché è molto presente nella Bibbia come segno privilegiato dell'agire di Dio. Infatti, insieme al frumento e al vino, l'olio è l'alimento che Dio promette al suo popolo nella terra promessa (Dt 11,14). Per questo diventa segno della sua benevolenza, del suo amore per l'uomo, caparra della gioia eterna nella nuova Gerusalemme (Is 25,6). Così nei testi profetici e sapienziali l'olio diventa la metafora per esprimere la presenza e la forza di Dio (Ez 16,9); il suo perdono che sana le nostre ferite (Is 1,6). L'olio è anche fonte di luce e per questo nella parabola delle vergini prudenti e di quelle stolte esso diventa simbolo della fede e di quelle opere della fede che permettono l'ingresso alle nozze eterne (Mt 25,1-13). E fermiamoci qui. Ma anche solo in questi pochi richiami non abbiamo forse intravisto l'azione dei sacramenti?
Dall'unzione spirituale al rito liturgico
Con una simile ricchezza di significati l'olio non poteva non diventare uno dei maggiori simboli cultuali anche per il nuovo popolo di Dio che è la Chiesa. Già nell'antico Israele si instaura la prassi di ungere i re e i sacerdoti per esprimere il conferimento di un incarico svolto in nome di Dio a favore del popolo. Anche per i profeti si parla di unzione, ma in senso figurato. Si tratta di un'unzione spirituale, come sarà poi quella di Cristo, l'Unto per eccellenza. Per questo la prima comunità cristiana, consapevole della profonda novità del cristianesimo, non fa uso dell'olio, ma per quanto riguarda il cristiano, come per Cristo, parla di un'unzione spirituale (2 Cor 1,21-22). L'unica unzione che i discepoli compiono materialmente è quella sugli ammalati (Me 6,13; Gc 5,15) che, sebbene segno del Regno che è giunto, è di fatto legata ad una prassi terapeutica dell'epoca, come insegna la stessa parabola del buon samaritano (Le 10,34). Ma, come era prevedibile, a poco a poco il significato dell'unzione spirituale tende a rendersi visibile agli occhi dell'uomo, cominciando proprio dai sacramenti che fanno i cristiani. Del resto la visibilità è nella natura stessa dei sacramenti. Così già all'inizio del III secolo (Traditio Apostolica del 215) troviamo la sicura testimonianza delle unzioni con l'olio dei catecumeni prima del lavacro battesimale e con il crisma (olio misto a profumo) dopo. Due diverse unzioni il cui scopo è anche quello di parlare ai sensi per meglio esprimere gli effetti del sacramento alla luce della tradizione biblica. L'olio dei catecumeni intende infatti esprimere quella forza divina che, attraverso la Parola, purifica il cuore e lo rende capace di scelte coraggiose. Cosi infatti dice la preghiera che il vescovo pronuncia per la benedizione di quest'olio: «...concedi energia e vigore ai catecumeni che ne riceveranno l'unzione perché illuminati dalla tua sapienza comprendano più profondamente il vangelo di Cristo; sostenuti dalla tua potenza, assumano con generosità gli impegni della vita cristiana».
Unzione e missione del cristiano
L'olio
profumato del crisma che si usa nell'unzione subito dopo il lavacro battesimale
e che è il segno fondamentale (= materia) della confermazione, intende
esprimere quel particolare dono dello Spirito Santo che ci investe della stessa
missione di colui che è l'Unto per eccellenza, Gesù il Cristo. Proprio per
questo l'originaria imposizione delle mani è stata associata all'unzione
visibile che nell'antichità veniva vistosamente compiuta su tutto il corpo
quasi a voler dimostrare come il cristiano venga totalmente
"impregnato" dalla presenza e dalla grazia di Dio. Il cristiano
infatti diventa parte del corpo stesso di Cristo e partecipe della sua missione
come dice chiaramente la formula che accompagna l'unzione crismale nel rito del
battesimo; unzione che si aggancia già in qualche modo alla confermazione per
quell'intima unità che unisce il battesimo alla cresima: "Egli stesso
(Dio) ti consacra con il crisma di salvezza perché inserito in Cristo
sacerdote, re e profeta sia sempre membro del suo corpo per la vita
eterna". Unzione che troverà il suo "sigillo", la sua pienezza,
nel giorno della confermazione. Nella Bibbia l'olio è fonte di luce; è un
elemento base per confezionare il profumo (Am 6,6); è il simbolo dell'amore di
Dio (Ct 1,3, Sai 23,5), della comunione fraterna... (Sai 133,2). L'unzione
richiama al cristiano tutte queste cose che costituiscono un onore. Un onore che
però è intimamente legato alla
condivisione
della missione di Cristo, di essere cioè per il mondo luce, profumo di Cristo,
testimoni del suo amore, strumenti di comunione per edificare la sua Chiesa...
Per
questo, sebbene assai tardivamente (Vili secolo), l'unzione entra anche come
rito esplicativo nell'ordinazione dei vescovi e dei preti, i quali hanno un
particolare ruolo nell'edificare la Chiesa del Signore. È nel contesto del
Sacro Romano Impero che, da Carlo Magno in poi, i re vengono considerati anche
come guide del popolo cristiano e pertanto vengono unti come i re d'Israele,
come inviati di Dio, con tutti i rischi e le conseguenze storione che ben
conosciamo! Ma, proprio come Cristo sulla croce, sono gli ammalati che possono
dare un grande contributo all'edificazione del regno di Dio se sanno offrire a
Lui le proprie sofferenze, unendole a quelle di Cristo. È proprio questo il
senso profondo dell'unzione degli infermi che identifica in qualche modo la
nostra sofferenza a quella dell'Unto del Signore. Dal punto di vista pedagogico,
nella nostra cultura occidentale, oggi le unzioni non hanno un forte impatto
positivo; ma dal punto di vista teologico, cioè biblico e liturgico, hanno una
ricchezza di significato che merita di essere presa in considerazione e fatta
emergere nella catechesi come nella celebrazione in atto. Nel segno dell'olio
infatti, alla luce della Bibbia, possiamo trovare tutta quanta l'identità del
cristiano il quale, per mezzo dell'unzione spirituale, viene
"impregnato" della presenza di Dio, fatto tempio dello Spirito e
chiamato ad essere nel mondo un testimone conforme a Cristo, l'Unto del Signore.
È proprio in relazione a questa "unzione" del cristiano che anche
l'edificio chiesa, immagine della comunità cristiana, viene unto sulle pareti.