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luglio 1850: tra il verde di risaie sterminate, nella Bassa Padana, nasce, in un
cascinale, la tredicesima figlia di un agricoltore, Francesca, detta
"Cecchina". Vivacissima, ma nello stesso tempo seria e impegnata nello
studio, predilige la geografia.
“Leggevo
delle cime che si distinguono al mondo per la loro elevatezza, sentivo una
grande curiosità di vederne due: quello della Miranda e quello di
Tenerife" scrive i 12 dicembre 1900, in pieno Atlantico svelando così un
piccolo lembo del suo animo infantile.
A tredici anni incontra per la prima volta un missionario e quell'incontro è
decisivo: porterà la Parola di Dio nel mondo.
Così
tenta di entrare in convento, ma, troppo debole di salute, non viene accolta.
Francesca, allora, diplomata maestra, decide di occuparsi dell'educazione dei
bambini orfani e dell'assistenza dei deboli e dei diseredati.
Fonda
un istituto religioso carattere laico, sotto la protezione di San Francesco
Saverio e diventa, pronunziando i voti religiosi, Madre Francesca Saverio
Cabrini.
A
quei tempi molti Italiani emigravano per le Americhe in cerca di lavoro e di
fortuna. Qui non avevano alcuna assistenza civile e sociale e in gran parte
cadevano in malanni, miseria e ignoranza. Madre Cabrini, venuta a conoscenza dei
loro bisogni materiali e spirituali, non esita ad imbarcarsi per New York,
metropoli desolante e ostile per tante famiglie abbandonate a se stesse.
Attraversò l'oceano ben 24 volte offrendo umilmente, ma con decisione la sua generosa
assistenza agli emigranti ammassati sui ponti delle navi, accampati ai margini
delle città, assorbiti nelle fabbriche, inghiottiti nelle miniere, sparsi in
terre quasi deserte. E' la "Madre" degli ammalati, dei disoccupati,
dei detenuti, anche di quelli del durissimo carcere di Sing Sing.
La
maestrina malaticcia rivela una resistenza e un’energia inaspettate! Diviene
la donna forte, mirata dai più potenti uomini dei mondo americano, rispettata
anche dai più terribili gangsters. Riesce a svolgere attività prodigiose:
costruisce l'ospedale di Colombo a New York, un'altro a Chicago, una scuola a
Buenos Aires, case di riposo in California... E a chi si meraviglia risponde:
"Non siamo noi a far questo. E’ Gesù".
Muore a Chicago, un giorno d'inverno, il 22 dicembre del 1917, dopo uno dei suoi
estenuanti viaggi. Il suo corpo, trasportato a New York, viene seguito da tutti
gli emigranti, italiani e non italiani, da tutti coloro che avevano trovato in
lei la "madre", cioè il loro sostegno e la loro consolazione.