Girava
nei quartieri più poveri suonando un campanello e attirava intorno a sé
folle di ragazzi ai quali parlava di Gesù, insegnava la preghiera e
intanto, proprio dai ragazzi imparava la lingua locale. Tutti lo amavano e
lo chiamavano il Grande Padre.
Il
popolo amava i racconti dei Vangelo e voleva imparare quella bellissima
preghiera che è il Credo. Molti chiedevano di essere battezzati e
Francesco continuava per tutto il giorno a versare l'acqua della salvezza,
finché le sue braccia cedevano per la stanchezza.
Appena
poteva, si imbarcava per raggiungere i villaggi dei pescatori di perle
sparsi nelle isolette dell'Oceano. Arrivò fino alle isole Molucche dove
la gente viveva allo stato primitivo. Quando non trovava l'imbarcazione,
partiva a nuoto: niente e nessuno lo spaventava.
Dopo
mille vicende, riuscì a raggiungere il Giappone e senza conoscere né la
lingua, né i costumi cominciò l'opera di evangelizzazione. Formò un
piccolo gruppo di fedeli che chiamava "la delizia della mia anima. I
Giapponesi gli chiedevano perché la sua religione non era nata in Cina.
Allora riprese il viaggio.
Francesco
capì che doveva recarsi nella patria delle grandi religioni. Lungo la
traversata, sfinito dalle fatiche si ammalò e dovette fermarsi a
Singapore, a cento chilometri da Canton. Era solo con un giovane cinese
che lo accompagnava. Morì dicendo: «Signore, abbi pietà di ». Aveva 47
anni. |