Tu
non sei più vicina a Dio
di
noi; siamo lontani
tutti.
Ma tu hai stupende
benedette
le mani.
Nascono
chiare a te dal manto,
luminoso
contorno:
Io
sono la rugiada, il giorno,
ma
tu, tu sei la pianta.
Sono
stanco ora, la strada è lunga,
perdonami,
ho scordato
quello
che il Grande alto sul sole
e
sul trono gemmato,
manda
a te, meditante
(mi
ha vinto la vertigine).
Vedi:
io sono l'origine,
ma
tu, tu sei la pianta.
Ho
steso ora le ali, sono
nella
casa modesta
immenso;
quasi manca lo spazio
alla
mia grande veste.
Pur
non mai fosti tanto sola,
vedi:
appena mi senti;
nel
bosco io sono un mite vento,
ma
tu, tu sei la pianta. |
Gli
angeli tutti sono presi
da
un nuovo turbamento:
certo
non fu mai cosí intenso
e
vago il desiderio.
Forse
qualcosa ora s'annunzia
che
in sogno tu comprendi.
Salute
a te, l'anima vede:
ora
sei pronta ed attendi.
Tu
sei la grande, eccelsa porta,
verranno
a aprirti presto.
Tu
che il mio canto intendi sola:
in
te si perde la mia parola
come
nella foresta.
Sono
venuto a compiere
la
visione santa.
Dio
mi guarda, mi abbacina ….
Ma
tu, tu sei la pianta. |
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Rainer
Maria Rilke |
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breve
commento sulla poesia |
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