Ho faticato non poco a trovarti. Ero
persuaso che tu stessi laggiù,
dove il Giordano rallenta la sua corsa
tra i canneti e i ciottoli,
scintillando sotto il velo tremante dell'acqua, rendendo più agevole il
guado.
C'è tanta folla in questi giorni che
si accalca lì, sulla ghiaia del greto,
per ascoltare Giovanni, il profeta di fuoco che non si lascia spegnere
neppure nel fiume.
Immerso fino ai fianchi dove il letto
sprofonda e la corrente crea mulinelli di schiuma,
invita tutti a entrare nell'acqua, per rivivere i brividi di un esodo
antico
e mantenere vive le promesse, gonfie di salvezza.
In un primo momento, conoscendo la tua
ansia di convivere con la gente,
e sapendo che la tua delizia è stare con i figli dell'uomo,
pensavo di trovarti in quell'alveare di umanità brulicante sugli argini.
Qualcuno, però, che pure ti ha visto
uscire dal Giordano, grondante di acqua e di Spirito,
e mescolarti tra la turba di pubblicani e peccatori, di leviti e farisei,
di soldati e prostitute, mi ha detto che da qualche giorno eri scomparso
dalla zona.
Ora, finalmente, ti ho trovato. Ed
eccomi qui, accanto a te,
non so bene se condotto anch'io dallo Spirito, in questo misterioso
deserto di Giuda,
tana di fiere e landa di ululati solitari.
Don Tonino Bello |
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