Uno struzzo austero e autorevole teneva lezione ai giovani struzzi sulla
superiorità della loro specie su tutte le altre. «Siamo gli uccelli più
grandi e perciò i migliori».
Tutti i presenti esclamarono: «Certo! Certo!» tranne uno struzzo
pensieroso, un certo Oliver. «Noi non voliamo all'indietro come il
colibrì» disse a voce alta. «Il colibrì perde terreno» replicò lo
struzzo anziano. «Noi progrediamo, andiamo avanti». «Certo! Certo!»
esclamarono tutti gli altri struzzi, tranne Oliver.
«Facciamo le uova più grandi e perciò le migliori» continuò l'anziano
maestro. «Le uova del pettirosso sono più belle» disse Oliver. «Dalle
uova di pettirosso escono solo pettirossi» replicò l'anziano struzzo. «I
pettirossi si dedicano solo ai vermi dei prati e basta!».
«Certo! Certo!» esclamarono tutti gli altri struzzi, tranne Oliver.
«Noi camminiamo su quattro dita mentre all'uomo ne occorrono dieci»
rammentò l'anziano struzzo ai suoi allievi.
«Ma l'uomo può volare stando seduto e noi non voliamo affatto» commentò
Oliver.
L'anziano struzzo lo squadrò con occhi severi. «L'uomo vola troppo in
fretta per un mondo che è rotondo. Presto raggiungerà se stesso con un
gran cozzo posteriore, e l'uomo non saprà mai che ciò che l'ha colpito
da dietro è stato l'uomo».
«Certo! Certo!» esclamarono tutti gli altri struzzi, tranne Oliver.
«Poi, in momenti di pericolo, possiamo renderci invisibili cacciando la
testa nella sabbia» declamò il maestro. «Nessun altro lo sa
fare».
«Come facciamo a sapere che non ci vedono se non vediamo?» chiese
Oliver.
«Cavilli!» esclamò l'anziano struzzo, e tutti gli altri struzzi, tranne
Oliver, esclamarono: «Cavilli!» senza sapere che cosa significasse.
Proprio in quel momento, maestro e allievi udirono uno strano rombo
minaccioso, come un tuono che si avvicinava sempre più. Non era un tuono
del cielo ma il rombo di un'immensa orda di rozzi elefanti in piena
carica che, spaventati da nulla, fuggivano alla cieca. L'anziano struzzo
e tutti gli altri, tranne Oliver, cacciarono immediatamente la testa
nella sabbia. Oliver andò invece a ripararsi dietro una gran roccia poco
distante e lì rimase, finché quella tempesta di animali fu passata.
Quando venne fuori vide davanti a sé una distesa di sabbia, ossa e
piume: tutto quanto restava dell'anziano maestro e dei suoi allievi.
Tanto per essere sicuro, Oliver fece l'appello ma non ebbe risposta fino
al proprio nome.
«Oliver» chiamò.
«Presente!» si rispose. E fu l'unico suono nel deserto.
Una nave urtò contro gli scogli. I passeggeri furono imbarcati su una
grossa scialuppa di salvataggio. Con loro si imbarcarono anche alcuni
ufficiali e il pilota della nave. Prima che la scialuppa lasciasse la
fiancata della nave arenata, il comandante diede loro un'ultima
raccomandazione: «Ascoltate il pilota, lui sa come si manovra una
scialuppa!».
Una vecchietta mormorò: «Non saprei... Ci ha appena mandati a
sbattere contro gli scogli!».
Non subaffittate il cervello a nessuno. Non è l'ampiezza
dell'«audience» a fare intelligente un'idea. |