Questa è la storia di un ghetto che cessò di esistere, e di un uomo che
faceva da sacrestano nella sinagoga. Costui, ogni mattina, prima di
incominciare le pulizie dentro la sinagoga, saliva sul pulpito e
gridava, con fierezza: «Sono venuto ad annunciarti, Signore
dell'Universo, che noi siamo qui!».
Sul ghetto si abbatté la persecuzione razzista. Cominciarono le
difficoltà, i linciaggi. Ma ogni mattina, il sacrestano saliva sul
pulpito della sinagoga e gridava, qualche volta con ira: «Sono venuto ad
annunciarti, che noi siamo qui!».
Venne il primo massacro, seguito da molti altri. Il sacrista ne usciva
sempre indenne, e sempre si precipitava nella sinagoga per battere il
pugno sul banco e gridare fino a spolmonarsi: «Vedi, Signore
dell'Universo, siamo ancora qui!».
Dopo l'ultimo massacro, si ritrovò solo nella sinagoga deserta.
Ultimo ebreo vivente, salì sulla tribuna un'ultima volta. Alzò verso
l'alto lo sguardo spento e mormorò con dolcezza infinita: «Vedi? Sono
sempre qui».
Si fermò un istante, prima di aggiungere con voce roca e triste: «Ma tu,
dove sei, tu?».
Per questo preghiamo. Preghiamo ogni giorno per dire a Dio:
«Ricordati che io sono qui!». |