domenica  30 dicembre 2012

L'UOMO CHE VOLEVA INCONTRARE DIO

C'era una volta, tanto tempo fa, un uomo semplice e buono. Era un buon marito, un papà tenero, un vicino generoso, un contadino one­sto. Per nutrire la sua famiglia, ogni giorno si recava a lavorare nei campi. Trattava la terra con molta attenzione e la terra era gentile con lui: gli offriva grano, orzo, fagioli, fichi, uva. La famiglia del brav'uomo aveva sempre avuto il necessario. E moglie e figli lo circondavano di te­nerezza. Tuttavia l'uomo trovava che il destino era stato duro con lui. Non faceva che lamentarsi della sorte che gli era toccata. Il suo dirim­pettaio era un uomo ricco che abitava un palazzo di marmo e d'oro. Il suo vicino non sfiorava la terra con un dito: aveva un bracciante che la­vorava per lui per un boccone di pane e lui passeggiava a cavallo.

«In tutto il villaggio nessuno è più sfortunato di me» pensava. «Perché loro sì e io no?», chiedeva. «Sono onesto, prego ogni giorno, obbedisco scrupolosamente a tutte le leggi di Dio. Quelli invece non se ne curano proprio. Non mi merito questo castigo!». Era geloso di tutti, perché tutti avevano qualcosa più di lui. Invano la moglie cercava di farlo riflettere: «Dio sa quello che fa, fidati!». «Hai ragio­ne. Dio sa il perché di tutto questo. Posso fare una cosa sola: andare a cercarlo e chiederlo a Lui».

Facile dirlo. Ma come trovarlo e come riconoscerlo? «Dio è dap­pertutto e quindi lo incontrerò un giorno o l'altro, da qualche par­te... Devo solo cercarlo sinceramente».

Così, un bel giorno, l'onesto padre di famiglia che non era mai uscito dal suo villaggio, si caricò le provviste sulle spalle, lasciò mo­glie e figli e si mise in cammino alla ricerca di Dio.

Una sera, aveva appena cominciato le preghiere, quando sentì la gelida lama di un coltello appoggiata alla gola. Pieno di paura, in­travide un uomo irsuto, dagli occhi di fiamma. «Ti prego, rispar­miami! Sono un povero viandante», supplicò.

«Non ti credo!», replicò il bandito. Hai venduto i prodotti della tua terra al mercato, dammi i soldi! Ho già rapinato novantanove persone e tu sei la centesima!».

Il pover'uomo vuotò il sacco e le tasche, dicendo tremante: «Se vuoi, prendimi tutto, ma lasciami andare. Nessuno mi fermerà se non Dio. È lui che voglio incontrare per chiedergli perché l'uomo onesto è così spesso povero e il disonesto ricco».

Il bandito cambiò atteggiamento e gli disse: «Ti chiedo solo un favore. Uno solo. Quando troverai Dio, chiedigli se un uomo che ha assalito novantanove volte il suo prossimo, ma ha sentito pietà per il centesimo, merita ancora il suo perdono».

«Non mancherò», disse l'uomo e ripartì.

Dopo alcuni giorni, fu coperto dalla polvere sollevata da un su­perbo cavallo. Il cavaliere dagli abiti sfarzosi chiese al polveroso viandante: «Dove vai?».

«Vado a cercare Dio», spiegò l'uomo un po' intimidito. Voglio sapere perché la bilancia della sua giustizia non è mai uguale tra uo­mo e uomo».

«Ah!» disse il ricco, accarezzandosi la barba pettinata e pro­fumata. Ho una casa qui vicino. Sii mio ospite questa sera». Dopo un po' si ritrovò davanti a un magnifico palazzo. Durante la cena, il ricco mostrò le sue proprietà: terre, cavalli, armenti, e schiavi in quantità. «Ma io — precisò — lavoro per l'aldilà. Faccio regolarmen­te le preghiere e tutte le pratiche religiose...».

«Sei proprio fortunato. Vivi bene sulla terra e vivrai meglio in Paradiso».

«Devi farmi un favore», proseguì il ricco a bassa voce. «Quando incontrerai Dio non dimenticare di raccontargli come io ti ho ospi­tato e che sono molto pio e buono. Chiedigli se, per questo, mi ri­serva un buon posto in cielo».

Il pellegrino promise e riprese il cammino. Il terreno si fece sof­fice sotto i suoi piedi e presto fu solo più sabbia. Era giunto nel de­serto.

Una voce cavernosa lo chiamò. «Buongiorno, amico!», disse un uomo dall'aria maligna, sbucato dal nulla. «Dove vai?».

«A cercare Dio», rispose il brav'uomo. «Voglio sapere perché Dio Onnipotente dà così spesso la ricchezza a chi non lo teme e offre co­sì poco a colui che gli obbedisce».

«Ma che te ne importa?» sogghignò l'altro. «Non serve a niente. Diamoci da fare per guadagnare soldi e goderci la vita. Vieni con me...».

Il pellegrino era stanco e cominciava a pensare che quello strano personaggio avesse ragione, ma poi quel sorriso tentatore gli ricor­dò qualcosa e facendo un balzo all'indietro gridò: «Sei il diavolo! Vattene!».

«E tu un illuso! A Dio non importa niente di te!», replicò rab­bioso il diavolo, che incominciò però a rimpicciolire, e ruotando vorticosamente su se stesso fu risucchiato dalla sabbia. Il cercatore di Dio riprese la sua faticosa strada. Finché una strana figura gli si ac­costò. Era un vecchio, o meglio un uomo senza età, scarno e mise­ramente vestito, ma che aveva uno sguardo pieno di forza e di tene­rezza e una voce sorprendentemente limpida e dolce.

«Fermati e riposati un po'», disse il vecchio.

L'uomo tentò di proseguire: «Non ho tempo da perdere e non ho niente da darti».

Ma si sentì avvolto dalla dolcezza che emanava da quel vecchio e si fermò. «Sono io colui che cerchi...», gli disse sorridendo. Guar­dami bene: io ho creato tutto e non possiedo niente. Perfino tu sei più ricco di me, come vedi».

Il pellegrino si buttò in ginocchio e vuotò il suo cuore, con tutti i suoi dubbi e tutti i suoi perché.

«Tu sei ricco, tanto ricco», gli disse Dio abbracciandolo, «ti ho dato un'altra ricchezza, quella del cuore, che il ricco non possiede, perché neanche sa che esiste. E' quella che ti fa indignare di fronte al­le ingiustizie del mondo. Io ti ho evitato il fardello della fortuna che corrompe e rende l'uomo cieco nel cuore e nello spirito. Ti ho do‑

nato il coraggio di cercarmi, e anche l'occasione di trovarmi. Ora ti do un'ultima ricchezza, la più rara: la felicità di accettare ciò che si è. E ora, torna a casa e vivi in pace. Tornando, dirai al ricco che il mio Paradiso non si compra con l'oro e al bandito che è perdonato per­ché ha scoperto la via giusta. Vai. Quando sarà il momento verrò a prenderti e ti terrò con me per sempre».

E il vecchio svanì, come una brezza calma, serena, limpida, im­mensa.

 

Il Dio di Gesù è totalmente diverso da quello che riesce ad imma­ginare la minuscola intelligenza umana.

           
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