domenica  27 maggio 2012

IL DEBITO

Un uomo molto ricco aveva tanti debitori. Quando fu assai avanti negli anni, chiamò un giorno alcuni di quelli che gli dovevano più denaro e disse: «Se non mi potete restituire oggi quanto mi dovete e giurate solennemente di pagare i vostri debiti nella vostra vita futura, io brucerò le cambiali che mi avete firmato».

Il primo debitore gli doveva una piccola somma. Giurò che nella vita futura avrebbe accettato di essere il cavallo del creditore e lo avrebbe portato in giro sulla groppa dovunque volesse andare.

Il vecchio accettò l'offerta e bruciò le carte con il suo debito.

Il secondo debitore doveva una somma più grossa e promise: «Io sono pronto a diventare nell'altra vita il tuo bue. Tirerò l'aratro per arare i campi e i tuoi carri di fieno e così pagherò il mio debito».

Il vecchio accettò e bruciò le cambiali del secondo debitore.

Per ultimo toccò a un uomo che aveva un debito enorme.

«Per ripagare il mio debito – disse – nella vita futura sarò tuo padre».

Il vecchio andò su tutte le furie, prese un bastone e stava per picchiare il debitore irriverente.

L'altro lo fermò e disse: «Lasciami spiegare prima di picchiarmi. Il mio debito è enorme, non posso certo ripagarlo diventando solo il tuo bue o il tuo cavallo. Sono pronto ad essere tuo padre. Così lavorerò giorno e notte per te, ti proteggerò quando sarai piccolo e veglierò su di te fino a quando sarai cresciuto. Affronterò qualsiasi sacrificio, rischierò anche la vita perché a te non manchi nulla, e alla mia morte ti lascerò tutte le ricchezze che avrò accumulato. Non è molto di più che farti da bue e da cavallo? Non è una buona proposta per pagare il mio debito?».

 

Una figlia si voltò con scatto viperino verso la madre ed esclamò: «Se ti do tanto fastidio perché mi hai fatto nascere?».

La madre ci rimase male, ma la figlia aveva ragione.

Decidere di avere un figlio è contrarre con quella persona il debito più grande che la mente umana possa immaginare.

C'è qualche cosa di più grande che dire a uno che non c'è: «D'ora in poi tu esisti perché io lo voglio»?

           
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