In un centro di raccolta per barboni, un alcolizzato di nome Giovanni,
considerato un ubriacone irrecuperabile, fu colpito dalla generosità
dei volontari del centro e cambiò completamente. Divenne la persona più
servizievole che i collaboratori e i frequentatori del centro avessero
mai conosciuto.
Giorno e notte, Giovanni si dava da fare, instancabile. Nessun lavoro
era troppo umile per lui. Sia che si trattasse di ripulire una stanza in
cui qualche alcolizzato si era sentito male, o di strofinare i
gabinetti insudiciati, Giovanni faceva quanto gli veniva chiesto col
sorriso sulle labbra e con apparente gratitudine, perché aveva la
possibilità di essere d'aiuto. Si poteva contare su di lui quando c'era
da dare da mangiare a uomini sfiniti dalla debolezza, o quando
bisognava spogliare e mettere a letto persone incapaci di farcela da
sole.
Una sera, il cappellano del centro parlava alla solita folla seduta in
silenzio nella sala e sottolineava la necessità di chiedere a Dio di
cambiare. Improvvisamente un uomo si alzò, percorse il corridoio fino
all'altare, si buttò in ginocchio e cominciò a gridare: «Oh Dio! Fammi
diventare come Giovanni! Fammi diventare come Giovanni! Fammi diventare
come Giovanni!».
Il cappellano si chinò verso di lui e gli disse: «Figliolo, credo che
sarebbe meglio chiedere: "Fammi diventare come Gesù!"».
L'uomo guardò il cappellano con aria interrogativa e gli chiese:
«Perché, Gesù è come Giovanni?».
Se qualcuno ti chiede: «Com'è un cristiano?».
«Guardami» è l'unica risposta accettabile. |