Un grande asceta, noto in tutto il mondo per la sua grande
santità, abitava in una profonda caverna. Sedeva tutto il giorno
immerso in profonda meditazione e il suo pensiero era sempre
rivolto al Signore.
Ma un giorno, mentre il santo asceta stava meditando, un
topolino sbucò dall'ombra e cominciò a morsicargli un sandalo.
L'eremita aprì gli occhi arrabbiatissimo.
«Perché mi disturbi durante la meditazione?».
«Ma io ho fame», piagnucolò il topolino.
«Vattene via, topastro della malora», sbraitò l'asceta, «come
osi infastidirmi proprio mentre cerco l'unione con Dio?».
«Come fai a trovare l'unione con Dio», chiese il topolino, «se
non riesci neppure ad andare d'accordo con me?».
«Chi pretende di essere nella luce e odia suo fratello, è
ancora nelle tenebre» (1 Giovanni 2,9). |