Un giorno, in una parrocchia, arrivò un messaggio direttamente
dal Paradiso.
«Questa sera verrò a farvi visita. Gesù».
Il parroco si affrettò ad annunciarlo a tutti e la gente arrivò
in massa per vederlo. Tutti si aspettavano da Gesù una bella
predica, ma egli si limitò a sorridere al momento delle
presentazioni e disse: «Buonasera». Erano tutti disposti a
ospitarlo per la notte, soprattutto il parroco, ma egli rifiutò
gentilmente l'invito e disse che avrebbe trascorso la notte in
chiesa. Cosa che tutti approvarono.
Egli se ne andò senza far rumore l'indomani mattina presto,
prima che venissero aperte le porte della chiesa.
Quando tornarono, il parroco e gli altri scoprirono che la
chiesa era stata oggetto di atti di vandalismo. Dovunque sulle
pareti era scarabocchiata una parola. Sempre la stessa:
attenzione. Non un solo angolo era stato risparmiato: le porte,
le finestre, le colonne, il pulpito, l'altare, persino la Bibbia
che stava sul leggio. Attenzione.
Incisa a grandi e piccole lettere, con i pennarelli, a penna,
con lo spray e dipinta in tutti i colori possibili. Dovunque
l'occhio si posasse, si potevano scorgere le parole:
«Attenzione, attenzione, attenzione, attenzione, attenzione,
attenzione...».
Quando fu vicino alla città, Gesù la guardò e si mise a
piangere per lei. Diceva: «Gerusalemme, se tu sapessi, almeno
oggi, quel che occorre alla tua pace! Ma non riesci a vederlo!»
(Luca 19,41-42).
Gesù piange sul nostro mondo. Piange sulla Palestina,
l'Indonesia, l'Iraq, l'Italia. Piange sui nostri paesi dove
regnano l'indifferenza, l'ingiustizia, la violenza. Piange su
tutti quelli che vanno in chiesa, ma pensano ad altro... |