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		Durante il Medioevo, un pellegrino aveva fatto voto di raggiungere un 
		lontano santuario, come si usava a quei tempi. 
		
		Dopo alcuni giorni di cammino, si trovò a passare per una stradina che 
		si inerpicava per il fianco desolato di una collina brulla e bruciata 
		dal sole. Sul sentiero spalancavano la bocca grigia tante cave di 
		pietra. Qua e là degli uomini, seduti per terra, scalpellavano grossi 
		frammenti di roccia per ricavare degli squadrati blocchi di pietra da 
		costruzione. 
		
		Il pellegrino si avvicinò al primo degli uomini. Lo guardò con 
		compassione. Polvere e sudore lo rendevano irriconoscibile, negli occhi 
		feriti dalla polvere di pietra si leggeva una fatica terribile. Il suo 
		braccio sembrava una cosa unica con il pesante martello che continuava a 
		sollevare ed abbattere ritmicamente. 
		
		«Che cosa fai?», chiese il pellegrino. 
		
		«Non lo vedi?» rispose l'uomo, sgarbato, senza neanche sollevare il 
		capo. «Mi sto ammazzando di fatica». Il pellegrino non disse nulla e 
		riprese il cammino. S'imbatté presto in un secondo spaccapietre. Era 
		altrettanto stanco, ferito, impolverato. 
		
		«Che cosa fai?», chiese anche a lui, il pellegrino. 
		
		«Non lo vedi? Lavoro da mattino a sera per mantenere mia moglie e i 
		miei bambini», rispose l'uomo. 
		
		In silenzio, il pellegrino riprese a camminare. Giunse quasi in cima 
		alla collina. Là c'era un terzo spaccapietre. Era mortalmente 
		affaticato, come gli altri. Aveva anche lui una crosta di polvere e 
		sudore sul volto, ma gli occhi feriti dalle schegge di pietra avevano 
		una strana serenità. 
		
		«Che cosa fai?», chiese il pellegrino. 
		
		«Non lo vedi?», rispose l'uomo, sorridendo con fierezza. «Sto 
		costruendo una cattedrale». 
		
		E con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando una grande 
		costruzione, ricca di colonne, di archi e di ardite guglie di pietra 
		grigia, puntate verso il cielo. 
		  
		
		Stai costruendo una cattedrale.  |