Quando era seminarista, Giovanni Battista Vianney, il futuro
santo Curato d'Ars, aveva enormi difficoltà con la scuola. Non
riusciva a capire neppure le nozioni più semplici. I superiori
del seminario lo avevano rimandato a casa più volte. Ma lui
caparbiamente insisteva. Aveva ormai 21 anni e sedeva in aula
con ragazzi che avevano dieci anni meno di lui.
Uno di questi, undicenne, cominciò ad aiutarlo nello studio.
Giovanni Battista Vianney era molto grato al suo piccolo
maestro, ma le difficoltà persistevano: non capiva, non
ricordava, si smarriva, balbettava.
Il ragazzino si lamentò di questo con i compagni di scuola
Giovanni Battista Vianney lo sentì. Si alzò dal suo banco, si
inginocchiò davanti al ragazzino e gli disse: «Perdonami perché
sono così stupido».
In un campo di grano, quasi tutte le spighe stavano curve
verso terra. Solo alcune avevano lo stelo ben diritto e
fissavano con alterigia i cielo, i passanti e le loro compagne.
«Noi siamo le migliori» garrivano all'intorno. «Non viviamo
piegando lo stelo come schiave, davvero si può dire che
dominiamo gli eventi e la situazione!». Ma il vento, che conosce
la vita meglio di tutti sogghignò: «Stanno ben dritte, certo...
Perché sono vuote!». |