Al tempo della propaganda antireligiosa, in Russia, un
commissario del popolo aveva presentato brillantemente le
ragioni del successo definitivo della scienza. Si celebrava il
primo viaggio spaziale. Era il momento di gloria del primo
cosmonauta, Gagarin. Ritornato sulla terra, aveva affermato che
aveva avuto un bel cercare in cielo: Dio proprio non l'aveva
visto. Il commissario tirò la conclusione proclamando la
sconfitta definitiva della religione. Il salone era gremito di
gente. La riunione era ormai alla fine.
«Ci sono delle domande?».
Dal fondo della sala un vecchietto che aveva seguito il discorso
con molta attenzione disse sommessamente: «Christòs ànesti»,
«Cristo è risorto». Il suo vicino ripeté, un po' più forte: «Christòs
ànesti». Un altro si alzò e lo gridò; poi un altro e un altro
ancora. Infine tutti si alzarono gridando: «Christòs ànesti»,
«Cristo è risorto». Il commissario si ritirò confuso e
sconfitto.
Al di là di tutte le dottrine e di tutte le discussioni, c'è
un fatto. Per la sua descrizione basterà sempre un francobollo:
Christòs ànesti. Tutto il cristianesimo vi è condensato. Un
fatto: non si può niente contro di esso.
I filosofi possono disinteressarsi del fatto. Ma non esistono
altre parole capaci di dar slancio all'umanità: Gesù è risorto. |