L'incisore di lapidi funerarie alzò lo scalpello e disse: «Ho finito».
L'uomo esaminò la pietra: la foto del padre, le due date 1916 e 2000
separate da un trattino di un paio di centimetri. Poi scosse la testa e
disse: «Non so come spiegarmi, ma mi sembra così poco. Vede, mio padre
ha avuto una vita piena, lunga, avventurosa. Vorrei si intuisse in
qualche modo la sua infanzia in una grande famiglia, la campagna ricca
di verde e di animali, i lavori pesanti, la soddisfazione di un buon
raccolto, le preoccupazioni per i temporali estivi, la siccità...
Poi la guerra, le divise, le tradotte, la ferita, la fuga da un campo di
prigionia, l'incontro con mia madre...
I figli che nascono, crescono, si sposano, i nipotini che arrivano uno
dopo l'altro...
Poi la vecchiaia serena, la malattia, certo, ma anche l'affetto,
l'amore, l'entusiasmo, la passione, le lunghe giornate di lavoro, le
ansie, le preoccupazioni, le gioie...».
L'incisore ascoltava con attenzione, poi impugnò lo scalpello e il
martello e con quattro rapidi colpi allungò il trattino tra la data di
nascita e quella di morte di quasi mezzo centimetro.
Si voltò verso l'uomo e fece: «Va meglio così?».
La vita non può essere un trattino tra due date. Abbraccia ogni
istante della tua vita. Adesso. La vita è tutto quello che hai. |