domenica  30 novembre 2014
 

IL GATTO

 

In famiglia c'era un vecchio gatto nero che, dopo cena, manife­stava una richiesta speciale. Non voleva mangiare o uscire o qual­cosa del genere. Aveva bisogno di qualcosa di molto diverso.

Se tutti erano seduti, saltava in braccio a qualcuno; altrimenti rimaneva là ansioso finché tutti fossero seduti.

Una volta in braccio, cominciava a vibrare prima ancora che gli accarezzassero la schiena. Allora il suo motore andava su di giri; si contorceva per mettersi comodo e allargava le zampe. Ogni tanto faceva le fusa tanto rumorosamente da sbuffare. Guardava tutti con gli occhi spalancati e adoranti e lanciava lunghe occhiate feline di fiducia totale.

I bambini dicevano semplicemente: «Attila ha bisogno di fare le fusa».

Il papà spiegava il rito così: «Nella nostra famiglia non è l'unico ad avere questo bisogno: ce l'ho anch'io e così mia moglie. Sappia­mo che questo bisogno non è tipico di nessuna fascia di età. Io lo as­socio specialmente ai bambini, con il loro bisogno rapido e impul­sivo di essere abbracciati, di essere tenuti in braccio, di essere tenu­ti per mano, di farsi rimboccare le coperte, non perché qualcosa va­da male, non perché ci sia bisogno di fare qualcosa, solo perché so­no fatti così.

Ci sono molte cose che vorrei fare per tutti i bambini. Se potessi farne soltanto una, sarebbe questa: garantire a ogni bambino, ovun­que, almeno la possibilità di fare le fusa una volta al giorno.

Anche i bambini, come i gatti, hanno bisogno di fare le fusa».

 

Anche tu, qualche volta hai bisogno di fare le fusa... Che cosa aspetti?

 
 
 

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