domenica  28 settembre 2014

IL VINO MIGLIORE

Un uomo e una donna si sposarono in tarda età e con grande loro gioia e sorpresa ebbero un figlio. Lo allevarono con tutto l'amore e la cura possibili e, pur essendo molto poveri, lo mandarono alla scuola di un saggio perché crescesse anche nello spirito.

Tornato a casa, il ragazzo aveva un unico desiderio: sdebitarsi in qualche modo con i suoi genitori.

«Che potrei mai fare» chiese loro «di realmente gradito per voi?».

«La cosa più cara che abbiamo sei tu, figliolo» risposero i due anziani. «Se però vuoi proprio farci un regalo, procuraci un po' di vino. Ne siamo golosi, e sono tanti anni che non ne beviamo un goccio...».

Il ragazzo non aveva un soldo. Un giorno, mentre andava nel bosco a far legna, attinse con le mani l'acqua che precipitava da un'enorme cascata e ne bevve: gli parve avesse il sapore del vino più dolce e schietto. Ne riempì un orcio che aveva con sé e tornò in fretta a casa.

«Ecco il mio regalo» disse ai genitori. «Un orcio di vino per voi». I genitori assaggiarono l'acqua e, pur non sentendo altro gusto che quello dell'acqua, gli sorrisero e lo ringraziarono molto.

«La prossima settimana ve ne porterò un altro orcio» disse il figlio. E così fece per molte settimane di seguito. I due anziani stettero al gioco: bevevano l'acqua con grande entusiasmo ed erano felici di vedere la gioia fiorire sul volto del figlio.

Avvenne così un fatto meraviglioso: i loro acciacchi scomparvero e le loro rughe si appianarono.

Come se quell'acqua avesse qualcosa di miracoloso.

 

È il miracolo del «grazie». Esistono persone che lavano, stirano, cu­cinano per altre persone per dieci, venti, trent'anni. Fanno loro com­pagnia, le curano, le amano giorno e notte. Eppure non si sono mai sentite dire «grazie».

Dire «grazie» non è una questione di galateo. Significa dire ad una persona: «Toh, mi sono accorto che tu esisti».

Per questo il mondo è pieno di persone invisibili.

           
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