domenica 20 dicembre 2015 | |
UN'AMBASCIATA IMPERIALE |
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L'Imperatore, si dice, ha mandato a te, a te in particolare, a te suddito lamentevole, minuscola ombra davanti al sole imperiale fuggita nella più remota lontananza, a te precisamente l'imperatore dal suo letto di morte ha mandato una ambasciata. Il messaggero l'ha fatto inginocchiare presso inetto e gli ha sussurrato l'ambasciata all'orecchio; tanto gli importava, che se la fece ripetere. Con un cenno del capo ha confermato la giustezza di quel che gli era stato ripetuto. E davanti a tutti gli spettatori della sua morte (tutte le pareti che danno fastidio vengono abbattute e sulle vaste scalinate esterne che si slanciano in alto e al largo si tengono in cerchio i grandi dell'Impero), davanti a tutti questi egli ha fatto partire il messaggero. Il messaggero si è subito messo in viaggio; uomo vigoroso, instancabile; spingendo ora con un braccio, ora con l'altro, si fa strada attraverso la calca; se incontra resistenze, accenna al suo petto, dove si vede il segno del sole; infatti avanza facilmente come nessun altro. Però la calca è tanto grande; delle sue dimore non si vede la fine. Se davanti a lui la strada fosse libera, come volerebbe egli, e presto sentiresti i fieri colpi dei suoi pugni alla tua porta. Invece, come sono vani i suoi sforzi; deve ancora lottare per farsi strada attraverso le sale del palazzo interno ma mai vincerà quell'ostacolo; e se gli riuscisse, non avrebbe guadagnato nulla; per scendere le scale dovrebbe lottare ancora; e se questo gli riuscisse, nulla avrebbe guadagnato; bisognerebbe attraversare i cortili; e dopo i cortili la seconda cerchia dei palazzi; e poi ancora scalinate e cortili; e di nuovo un palazzo; e così avanti per migliaia di anni; e se alfine si precipitasse fuori dall'ultima porta (però mai, mai questo potrà avverarsi) egli troverebbe davanti a sé la città imperiale, il centro del mondo, la città che ha ammucchiato i propri detriti. Nessuno può penetrare sin qui, ancor meno con l'ambasciata d'un morto. Ma tu, tu sei seduto alla tua finestra, e sogni questa ambasciata, quando cala la sera (Franz Kafka).
A te il messaggio dell'Imperatore, del Signore del cielo e della terra, è arrivato. Gesù te lo ha portato. Ma tu che cosa hai fatto delle sue parole? |
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