domenica 22 febbraio 2015 | |
LE SCIMMIE E LA LUCCIOLA |
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Una tribù di scimmie viveva nella giungla, ai margini di un villaggio di contadini. Ciò che più le incuriosiva era il fuoco. Stavano ore ad osservare le rosse fiamme che danzavano nelle case e nei cortili e i contadini che si accoccolavano accanto ad esse a riscaldarsi, con una beata soddisfazione dipinta sul viso. Una sera particolarmente fredda, le scimmie videro una lucciola che palpitava tra le foglie di un cespuglio. Credettero subito che fosse una scintilla di quella cosa prodigiosa che scaldava gli uomini e la presero con cura. La coprirono di erba secca e ramoscelli, stesero le mani in avanti, facendo versi di soddisfazione e credendo di scaldarsi. Una scimmia si mise addirittura a soffiare sulla lucciola, come aveva visto tante volte fare agli uomini. Un uccellino dalle ali dorate osservava la scena dall'alto di un ramo. Pieno di compassione per le povere scimmie volò giù e disse: «Amiche, vi state sbagliando, quello non è fuoco. È soltanto una lucciola!». Ma le scimmie lo cacciarono via infastidite e presero a soffiare con maggior vigore. «Vi ingannate!», continuava a ripetere l'uccellino dalle ali dorate volando intorno alle scimmie che si accalcavano intorno al mucchietto di foglie e ramoscelli. «Correte al riparo!». Irritata, una scimmia afferrò l'uccellino dalle ali dorate e lo uccise. Poi si misero tutte a soffiare. Al mattino erano tutte morte di freddo.
«Gesù aveva fatto tanti segni miracolosi davanti al popolo, eppure non credevano in lui. Così si compivano le parole della Bibbia dette dal profeta Isaia: Dio ha reso ciechi i loro occhi e ha reso duro il loro cuore. Così non vedono coi loro occhi, non capiscono con il loro cuore e non cambiano vita per essere guariti» (Vangelo di Giovanni 12,37-40). Per questo troppi intorno a noi muoiono di freddo. |
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