domenica 28 febbraio 2016 | |
L'AUTISTA |
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Una grigia mattina in una città del nord. Un autobus carico di pendolari e studenti. I passeggeri siedono, uno accanto all'altro, infagottati nei pesanti abiti invernali, insonnoliti dal ronzio monotono del motore e dal calore del riscaldamento. Nessuno parla. Si vedono tutti ogni giorno, ma preferiscono nascondersi dietro il giornale. Una voce esclama all'improvviso: «Attenzione! Attenzione!». I giornali frusciano, le teste si sollevano. «È il vostro conducente che vi parla». Silenzio. Tutti guardano verso la nuca dell'autista. La sua voce è piena di autorità. «Mettete via i giornali, tutti quanti». Un centimetro per volta, i giornali si abbassano. «Adesso voltatevi e guardate la persona che vi sta seduta accanto». Sorprendentemente, obbediscono tutti. Qualcuno sorride. «Adesso ripetete con me...», continua l'autista, «Buongiorno, vicino di posto!». La voci sono timide, un po' interdette, ma poi la barriera si abbatte. Molti si stringono la mano. Gli studenti si abbracciano. La vettura è tutta un brusio di conversazioni.
Buongiorno, vicino di posto! |
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