domenica  17 gennaio 2016
 

QUATTRO PRINCIPI REALI

 

Quattro principi reali erano alla ricerca di una specializzazione in cui non avessero nessuno alla pari. Si dissero l'un l'altro: «Perlustriamo la terra e impariamo la scienza massima».

Così, dopo aver concordato un luogo per un appuntamento futuro, i quattro fratelli si mossero, ciascuno in una direzione diversa.

Il tempo passò.

Dopo un anno, un mese e un giorno, i quattro fratelli si incontrarono nel luogo stabilito e si chiesero l'un l'altro cosa avessero imparato.

«Io ho imparato una scienza», disse il primo, «che mi rende possibile, anche se ho solo un pezzetto d'osso di un essere vivente, di creare subito la carne che lo ricopre».

«Io», disse il secondo, «so come far crescere la pelle di quell'essere e anche il pelo, se quell'osso è ricoperto di carne».

Il terzo disse: «Io sono capace di creare le membra, se ho la carne, la pelle e la pelliccia».

«E io», concluse il quarto, «so come dar vita a quella creatura se la sua forma è completa di membra».

A questo punto, i quattro fratelli andarono nella giungla per trovare un pezzo d'osso che dimostrasse la loro specialità.

Non fu difficile. Fatti pochi passi, trovarono un osso e lo raccolsero. Non si chiesero a che razza di animale fosse appartenuto. Erano così presi dalla loro scienza che non ci pensarono neppure.

Uno aggiunse carne all'osso, il secondo creò la pelle e il pelo, il terzo lo completò con membra adatte e il quarto diede vita ad... un leone.

Scuotendo la folta criniera, la belva si levò con fauci minacciose, denti aguzzi e mascelle spietate e balzò sui suoi creatori.

Li uccise tutti e svanì soddisfatta nella giungla.

 

L'uomo ha dimostrato di possedere un enorme potere creativo. Ma questo potere contiene il potenziale dell'autodistruzione. Vasti e nuovi complessi industriali permettono all'uomo di produrre in un'ora ciò per cui, nel passato, doveva faticare anni e anni, ma le stesse industrie hanno alterato l'equilibrio ecologico e attraverso l'aria, il rumore e l'inquinamento hanno contaminato il suo ambiente.

Egli viaggia in macchina, guarda la televisione, decide con il computer, ma ha perduto la capacità di dominare gli strumenti che usa. Ha una enorme abbondanza di comodità materiali, ma brancola in cerca di direzione e chiede significati e obiettivi. Sa benissimo che se sbaglia le scelte, la sua scienza può distruggerlo. Nello stesso tempo sente che ha messo in moto qualcosa che gli sfugge. E se non riesce a dominarlo, sarà solo colpa sua.

Afferma un saggio proverbio cinese: «Non è il vino che ubriaca l'uomo. È l'uomo che si ubriaca».

 
 
 

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