domenica  16 aprile 2017
 

UN POVERO VECCHIO

 

C'era una volta un vecchio che non era mai stato giovane. In tut­ta la sua vita, in realtà, non aveva mai imparato a vivere. E non aven­do imparato a vivere, non riusciva neppure a morire.

Non aveva speranze né turbamenti; non sapeva né piangere né sorridere.

Tutto ciò che succedeva nel mondo non lo addolorava e neppu­re lo stupiva.

Passava le sue giornate oziando sulla soglia della sua capanna, senza degnare di uno sguardo il cielo, l'immenso cristallo azzurro che, anche per lui, il Signore ogni giorno puliva con la soffice bam­bagia delle nuvole.

Qualche viandante lo interrogava. Era così carico d'anni che la gente lo credeva molto saggio e cercava di far tesoro della sua seco­lare esperienza.

«Che cosa dobbiamo fare per raggiungere la felicità?» chiedeva­no i giovani.

«La felicità è un'invenzione degli stupidi» rispondeva il vecchio. Passavano uomini dall'animo nobile, desiderosi di rendersi uti­li al prossimo.

«In che modo possiamo sacrificarci per aiutare i nostri fra chiedevano.

«Chi si sacrifica per l'umanità è un pazzo» rispondeva il vecchio con un ghigno sinistro.

«Come possiamo indirizzare i nostri figli sulla via del bene?" gli domandavano i genitori.

«I figli sono serpenti» rispondeva il vecchio. «Da essi ci si possono aspettare solo morsi velenosi».

Anche gli artisti e i poeti si recavano a consultare il vecchio tutti credevano saggio. «Insegnaci ad esprimere i sentimenti che biamo nell'anima» gli dicevano.

«Fareste meglio a tacere» brontolava il vecchio.

Poco alla volta, le sue idee maligne e tristi influenzarono il i' do. Dal suo angolo squallido, dove non crescevano fiori e non cantavano uccelli, Pessimismo (perché questo era il nome del vecchio - malvagio) faceva giungere un vento gelido sulla bontà, l'amore, generosità che, investite da quel soffio mortifero, appassivano e sec cavano.

Tutto questo dispiacque molto al Signore, che decise di rimediare.

Chiamò un bambino e gli disse: «Va' a dare un bacio a quel povero vero vecchio».

Il bambino obbedì. Circondò con le sue braccia tenere e pa il collo del vecchio e gli stampò un bacio umido e rumoroso s faccia rugosa.

Per la prima volta il vecchio si stupì. I suoi occhi torbidi div. nero di colpo limpidi. Perché nessuno lo aveva mai baciato. Così aperse gli occhi alla vita e poi morì, sorridendo.

 

A volte, davvero, basta un bacio. Un «Ti voglio bene», anche sussurrato. Un timido «Grazie». Un apprezzamento sincero. È così facile cile far felice un altro. Allora, perché non lo facciamo?

 
 
 

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