domenica  11 giugno 2017

 

IL PROGRESSO

 

 

 

Un esploratore percorreva le immense foreste dell'Amazzonia, nell'America del Sud.

Cercava eventuali giacimenti di petrolio e aveva molta fretta. Per i primi due giorni gli indigeni che aveva ingaggiato come portatori si adattarono alla cadenza rapida e ansiosa che il bianco pretendeva di imporre a tutte le cose.

Ma al mattino del terzo giorno si fermarono silenziosi, immobi­li, l'aria totalmente assente.

Era chiaro che non avevano nessuna intenzione di rimettersi in marcia.

Impaziente, l'esploratore, indicando il suo orologio, con ampi gesti cercò di far capire al capo dei portatori che bisognava muo­versi, perché il tempo premeva.

«Impossibile», rispose quello, tranquillo. «Questi uomini han­no camminato troppo in fretta e ora aspettano che la loro anima li raggiunga».

 

Gli uomini della nostra epoca sono sempre più rapidi. E sono in­quieti, frastornati e infelici. Perché la loro anima è rimasta indietro e non riesce più a raggiungerli. 

 
 
 

indietro all'indice 2013