domenica 5 novembre 2017

 

IL PROFUMO

 

Gli indù raccontano una strana leggenda. La leggenda del ca­priolo delle montagne.

Tanti anni fa, c'era un capriolo che sentiva continuamente nelle narici un fragrante profumo di muschio. Saliva le verdi pendici dei monti e sentiva quel profumo stupendo, penetrante, dolcissimo. Sfrec­ciava nella foresta, e quel profumo era nell'aria, tutt'intorno a lui.

Il capriolo non riusciva a capire da dove provenisse quel profu­mo che tanto lo turbava.

Era come il richiamo di un flauto a cui non si può resistere. Perciò il capriolo prese a correre di bosco in bosco alla ricerca della fonte di quello straordinario e conturbante profumo.

Quella ricerca divenne la sua ossessione. Il povero animale non badava più né a mangiare, né a bere, né a dormire, né a nient'altro. Esso non sapeva donde venisse il richiamo del profumo, ma si sen­tiva costretto a inseguirlo attraverso burroni, foreste e colline, finché affamato, esausto, stanco morto, andò avanti a casaccio, scivolò da una roccia e cadde ferendosi mortalmente.

Le sue ferite erano dolorose e profonde. Il capriolo si leccò il pet­to sanguinante e, in quel momento, scoprì la cosa più incredibile. Il profumo, quel profumo che lo aveva sconvolto, era proprio lì, at­taccato al suo corpo, nella speciale «sacca» porta muschio che han­no tutti i caprioli della sua specie.

Il povero animale respirò profondamente il profumo, ma era troppo tardi...

 

«Troppo tardi ti ho amata, bellezza sempre antica e sempre nuova, troppo tardi ti ho amata. Eri dentro di me, ma io ero fuori e senza bel­lezza e mi precipitavo verso quelle bellezze che tu hai fatto e che, senza di te, non potrebbero esistere. Tu sei sempre con me, ma io non ero con te» (Sant'Agostino).

 
 
 

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