C'era una volta, tanto tempo fa, un uomo semplice e buono. Era un buon
marito, un papà tenero, un vicino generoso, un contadino onesto. Per
nutrire la sua famiglia, ogni giorno si recava a lavorare nei campi.
Trattava la terra con molta attenzione e la terra era gentile con lui:
gli offriva grano, orzo, fagioli, fichi, uva. La famiglia del brav'uomo
aveva sempre avuto il necessario. E moglie e figli lo circondavano di
tenerezza. Tuttavia l'uomo trovava che il destino era stato duro con
lui. Non faceva che lamentarsi della sorte che gli era toccata. Il suo
dirimpettaio era un uomo ricco che abitava un palazzo di marmo e d'oro.
Il suo vicino non sfiorava la terra con un dito: aveva un bracciante che
lavorava per lui per un boccone di pane e lui passeggiava a cavallo.
«In tutto il villaggio nessuno è più sfortunato di me» pensava. «Perché
loro sì e io no?», chiedeva. «Sono onesto, prego ogni giorno, obbedisco
scrupolosamente a tutte le leggi di Dio. Quelli invece non se ne curano
proprio. Non mi merito questo castigo!». Era geloso di tutti, perché
tutti avevano qualcosa più di lui. Invano la moglie cercava di farlo
riflettere: «Dio sa quello che fa, fidati!». «Hai ragione. Dio sa il
perché di tutto questo. Posso fare una cosa sola: andare a cercarlo e
chiederlo a Lui».
Facile dirlo. Ma come trovarlo e come riconoscerlo? «Dio è dappertutto
e quindi lo incontrerò un giorno o l'altro, da qualche parte... Devo
solo cercarlo sinceramente».
Così, un bel giorno, l'onesto padre di famiglia che non era mai uscito
dal suo villaggio, si caricò le provviste sulle spalle, lasciò moglie e
figli e si mise in cammino alla ricerca di Dio.
Una sera, aveva appena cominciato le preghiere, quando sentì la gelida
lama di un coltello appoggiata alla gola. Pieno di paura, intravide un
uomo irsuto, dagli occhi di fiamma. «Ti prego, risparmiami! Sono un
povero viandante», supplicò.
«Non ti credo!», replicò il bandito. Hai venduto i prodotti della tua
terra al mercato, dammi i soldi! Ho già rapinato novantanove persone e
tu sei la centesima!».
Il pover'uomo vuotò il sacco e le tasche, dicendo tremante: «Se vuoi,
prendimi tutto, ma lasciami andare. Nessuno mi fermerà se non Dio. È lui
che voglio incontrare per chiedergli perché l'uomo onesto è così spesso
povero e il disonesto ricco».
Il bandito cambiò atteggiamento e gli disse: «Ti chiedo solo un favore.
Uno solo. Quando troverai Dio, chiedigli se un uomo che ha assalito
novantanove volte il suo prossimo, ma ha sentito pietà per il centesimo,
merita ancora il suo perdono».
«Non mancherò», disse l'uomo e ripartì.
Dopo alcuni giorni, fu coperto dalla polvere sollevata da un superbo
cavallo. Il cavaliere dagli abiti sfarzosi chiese al polveroso
viandante: «Dove vai?».
«Vado a cercare Dio», spiegò l'uomo un po' intimidito. Voglio sapere
perché la bilancia della sua giustizia non è mai uguale tra uomo e
uomo».
«Ah!» disse il ricco, accarezzandosi la barba pettinata e profumata. Ho
una casa qui vicino. Sii mio ospite questa sera». Dopo un po' si ritrovò
davanti a un magnifico palazzo. Durante la cena, il ricco mostrò le sue
proprietà: terre, cavalli, armenti, e schiavi in quantità. «Ma io —
precisò — lavoro per l'aldilà. Faccio regolarmente le preghiere e tutte
le pratiche religiose...».
«Sei proprio fortunato. Vivi bene sulla terra e vivrai meglio in
Paradiso».
«Devi farmi un favore», proseguì il ricco a bassa voce. «Quando
incontrerai Dio non dimenticare di raccontargli come io ti ho ospitato
e che sono molto pio e buono. Chiedigli se, per questo, mi riserva un
buon posto in cielo».
Il pellegrino promise e riprese il cammino. Il terreno si fece soffice
sotto i suoi piedi e presto fu solo più sabbia. Era giunto nel deserto.
Una voce cavernosa lo chiamò. «Buongiorno, amico!», disse un uomo
dall'aria maligna, sbucato dal nulla. «Dove vai?».
«A cercare Dio», rispose il brav'uomo. «Voglio sapere perché Dio
Onnipotente dà così spesso la ricchezza a chi non lo teme e offre così
poco a colui che gli obbedisce».
«Ma che te ne importa?» sogghignò l'altro. «Non serve a niente. Diamoci
da fare per guadagnare soldi e goderci la vita. Vieni con me...».
Il pellegrino era stanco e cominciava a pensare che quello strano
personaggio avesse ragione, ma poi quel sorriso tentatore gli ricordò
qualcosa e facendo un balzo all'indietro gridò: «Sei il diavolo!
Vattene!».
«E tu un illuso! A Dio non importa niente di te!», replicò rabbioso il
diavolo, che incominciò però a rimpicciolire, e ruotando vorticosamente
su se stesso fu risucchiato dalla sabbia. Il cercatore di Dio riprese la
sua faticosa strada. Finché una strana figura gli si accostò. Era un
vecchio, o meglio un uomo senza età, scarno e miseramente vestito, ma
che aveva uno sguardo pieno di forza e di tenerezza e una voce
sorprendentemente limpida e dolce.
«Fermati e riposati un po'», disse il vecchio.
L'uomo tentò di proseguire: «Non ho tempo da perdere e non ho niente da
darti».
Ma si sentì avvolto dalla dolcezza che emanava da quel vecchio e si
fermò. «Sono io colui che cerchi...», gli disse sorridendo. Guardami
bene: io ho creato tutto e non possiedo niente. Perfino tu sei più ricco
di me, come vedi».
Il pellegrino si buttò in ginocchio e vuotò il suo cuore, con tutti i
suoi dubbi e tutti i suoi perché.
«Tu sei ricco, tanto ricco», gli disse Dio abbracciandolo, «ti ho dato
un'altra ricchezza, quella del cuore, che il ricco non possiede, perché
neanche sa che esiste. E' quella che ti fa indignare di fronte alle
ingiustizie del mondo. Io ti ho evitato il fardello della fortuna che
corrompe e rende l'uomo cieco nel cuore e nello spirito. Ti ho do‑
nato il coraggio di cercarmi, e anche l'occasione di trovarmi. Ora ti do
un'ultima ricchezza, la più rara: la felicità di accettare ciò che si è.
E ora, torna a casa e vivi in pace. Tornando, dirai al ricco che il mio
Paradiso non si compra con l'oro e al bandito che è perdonato perché ha
scoperto la via giusta. Vai. Quando sarà il momento verrò a prenderti e
ti terrò con me per sempre».
E il vecchio svanì, come una brezza calma, serena, limpida, immensa.
Il Dio di Gesù è totalmente diverso da quello che riesce ad
immaginare la minuscola intelligenza umana. |