domenica  6 settembre 2020
 

IL SIGNIFICATO DELLA VITA

 

L'OTTAVO GIORNO

Il giorno dopo, il Signore tornò a guardare la sua Creazione. C'e­ra qualche ritocco da fare.

C'erano dei bei sassi sui greti dei fiumi, grigi, verdi e picchietta­ti. Ma sotto terra i sassi erano schiacciati e mortificati. Dio sfiorò quei sassi profondi ed ecco si formarono diamanti e smeraldi e mi­lioni di gemme scintillanti laggiù nelle profondità.

Il Signore vide i fiori, uno più bello dell'altro. Mancava qualco­sa, pensò, e posò su di essi un soffio leggero: ed ecco, i fiori si vesti­rono di profumo.

Un uccellino grigio e triste gli volò sulla mano. Dio gli fischiettò qualcosa. E l'usignolo incominciò a gorgheggiare.

E disse qualcosa al cielo e il cielo arrossì di piacere. Nacque così il tramonto.

Ma che cosa mai avrà bisbigliato il Signore all'orecchio dell'uo­mo perché egli sia un uomo?

Gli bisbigliò, in quel giorno lontano, in quell'alba remota, tre piccole parole: «Ti voglio bene».

 

«Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore!» (Giovanni 15,9).

 
 
 

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