domenica 23 gennaio 2011

SOTTO L'ORLO DEL BURRONE

Un bonzo che percorreva tranquillo la strada che portava al suo monastero sui monti, fu sorpreso da un orso famelico.

Con quel bestione alle calcagna, il bonzo cominciò una fuga tra­felata. Ma improvvisamente si trovò sul ciglio di un burrone.

Era di fronte ad una scelta inderogabile: o buttarsi nel vuoto, o lasciarsi raggiungere e divorare dall'orso.

L'orso si avvicinava e già arrotava le formidabili zanne.

Il bonzo si buttò nel burrone, ma riuscì ad afferrarsi ad un ramo che sporgeva dalla parete rocciosa, che strapiombava nel sottostan­te baratro.

Spinse lo sguardo verso il basso e scorse una tigre affamata, con le fauci spalancate, ferma in attesa che lui cadesse.

Così, il povero bonzo se ne stava aggrappato al ramo, mentre, sopra di lui, un orso tentava di artigliarlo e, sotto di lui, un tigre lo aspettava in agguato.

In quel momento, due topolini, disturbati da tutto quel fracasso, uscirono dalla loro tana e cominciarono tranquillamente a rosic­chiare il ramo, a cui si reggeva l'infelice bonzo.

La situazione era disperata.

In quel momento, il bonzo scorse accanto al ramo un cespuglio di fragoline selvatiche, con alcuni frutti rossi, maturi, succosi, pron­ti insomma per essere mangiati. Allungò una mano, ne colse due, se li mise in bocca e li gustò esclamando, estasiato: «Hmm! Che buo­ni! Che sapore delizioso!».

 

Nessuno può trovarsi in una situazione così disperata, da non avere neppure un motivo di gioia. Saperlo scoprire è frutto di forza d'ani­mo e di umorismo.

Un furfante, condotto al patibolo di lunedì, disse: «Bè, questa settimana promette bene».

           
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