Un bonzo che percorreva tranquillo la
strada che portava al suo monastero sui monti, fu sorpreso da un orso
famelico.
Con quel bestione alle calcagna, il
bonzo cominciò una fuga trafelata. Ma improvvisamente si trovò sul
ciglio di un burrone.
Era di fronte ad una scelta
inderogabile: o buttarsi nel vuoto, o lasciarsi raggiungere e divorare
dall'orso.
L'orso si avvicinava e già arrotava le
formidabili zanne.
Il bonzo si buttò nel burrone, ma
riuscì ad afferrarsi ad un ramo che sporgeva dalla parete rocciosa, che
strapiombava nel sottostante baratro.
Spinse lo sguardo verso il basso e
scorse una tigre affamata, con le fauci spalancate, ferma in attesa che
lui cadesse.
Così, il povero bonzo se ne stava
aggrappato al ramo, mentre, sopra di lui, un orso tentava di artigliarlo
e, sotto di lui, un tigre lo aspettava in agguato.
In quel momento, due topolini,
disturbati da tutto quel fracasso, uscirono dalla loro tana e
cominciarono tranquillamente a rosicchiare il ramo, a cui si reggeva
l'infelice bonzo.
La situazione era disperata.
In quel momento, il bonzo scorse
accanto al ramo un cespuglio di fragoline selvatiche, con alcuni frutti
rossi, maturi, succosi, pronti insomma per essere mangiati. Allungò una
mano, ne colse due, se li mise in bocca e li gustò esclamando,
estasiato: «Hmm! Che buoni! Che sapore delizioso!».
Nessuno può
trovarsi in una situazione così disperata, da non avere neppure un
motivo di gioia. Saperlo scoprire è frutto di forza d'animo e di
umorismo.
Un furfante,
condotto al patibolo di lunedì, disse: «Bè, questa settimana promette
bene». |