domenica 13 marzo 2011

LA FIGLIA

La ragazza era di pessimo umore. Aveva tutte le sue spine fuori, proprio come un porcospino tormentato da un cane. Troppi com­piti a casa, troppe interrogazioni, troppo tutto... ecco!

La madre le ripeteva la solita predica, con ragionamenti, spiega­zioni e raccomandazioni.

La ragazza si fece ancora più scura. Poi guardò la madre dritta negli occhi e scandì: «Mamma, sono stanca e stufa delle tue prediche. Perché invece non mi prendi tra le tue braccia e mi tieni stret­ta? Nessun consiglio potrà mai farmi altrettanto bene!».

La madre rimase a bocca aperta. Gli occhi della figlia imploravano un abbraccio. Con la voce rotta dalla voglia di piangere, disse: «Vuoi... vuoi che ti abbracci? Ma lo sai che anch'io... anch'io voglio che tu mi abbracci?».

Accolse la figlia nelle braccia aperte e la strinse a sé, come fosse ancora una bimba.

 

Chiunque, non importa l'età (anche a settant'anni), ha bisogno del conforto di un abbraccio, di essere tenuto stretto, di un'espressione concreta d'amore. Spesso diventiamo troppo riservati, troppo timidi per mostrare i nostri veri sentimenti. E allora li nascondiamo dietro una maschera fredda e severa, per la paura di lasciar intravedere la nostra vulnerabilità a coloro che amiamo.

Ma è solo il calore umano che ci può salvare dal grande freddo di quest'epoca.

           
        indietro all'indice 2011