domenica  16 ottobre 2011

TRE PAROLE

Un giovane e ambizioso cavaliere era noto per la vita dissoluta e sfrenata. Un buon frate cercò di farlo riflettere sui rischi che avrebbe corso presentandosi con l'anima così carica di peccati all'ultimo giudizio del Signore.

«Non ho nessuna paura» rispose sprezzante il cavaliere. «So che il Signore è buono e misericordioso. Poco prima di morire pronuncerò tre parole che mi garantiranno la salvezza eterna. Dirò: "Gesù, pietà, perdonami"».

Il frate scosse la testa e il cavaliere, ridendo, riprese la sua vita depravata.

Un giorno, durante un terribile temporale, cavalcava a spron battuto sulle rive di un fiume gonfio d'acqua. Non voleva mancare ad una festa. Un fulmine spaventò il cavallo che lo disarcionò e lo fece piombare nella violenta corrente del fiume.

Le ultime tre parole del cavaliere, prima di morire, furono: «Crepa bestiaccia infame!».

 

Due pesci nuotavano fianco fianco. Il più giovane chiese improvvisamente al più anziano: «Ma che cosa sarà mai questa cosa di cui tutti parlano?».

«Quale?».

«Il mare».

Il pesce anziano scoppiò in una sonora risata (per quanto è possibile ad un pesce):

«Ma questo è il mare! Ci siamo dentro».

Il pesce giovane scosse la testa dubbioso:

«Non ci credo. Questa è solo acqua salata!».

 

Ma è nell'acqua salata di tutti i giorni che conquistiamo l'eternità. 

           
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