C'era una volta un monaco che conduceva una vita serena e tranquilla.
Una sola inquietudine lo tormentava. Aveva paura dell'eternità. Gli
eletti in Paradiso cantano le lodi di Dio come fanno i monaci. Un conto
è farlo per un po' di tempo. Ma per l'eternità! Per felici che si possa
essere alla presenza di Dio, dopo qualche milione d'anni chissà che
noia...
Un giorno di primavera, se ne andò secondo la sua abitudine a
passeggiare nel bosco che circondava il monastero. L'aria era viva e
leggera, profumata di erba e di fiori.
Il monaco sospirò pensando al suo problema. Sopra la sua testa un
usignolo cominciò a cantare. Un canto così puro, modulato, melodioso che
il monaco dimenticò i suoi pensieri per ascoltarlo.
Non aveva mai sentito niente di più bello. Per un istante ascoltò
estasiato.
Poi pensò che era ora di raggiungere il coro per la preghiera e si
affrettò. Stranamente avevano sostituito il frate portinaio con uno che
non conosceva. Passò un altro monaco e poi un altro che non aveva mai
visto. «Che cosa desidera?» gli chiese il portinaio.
Vagamente irritato, il nostro monaco rispose che voleva soltanto entrare
per non essere in ritardo. L'altro non capiva.
Il monaco protestò e chiese con veemenza di vedere l'abate. Ma anche
l'abate era uno sconosciuto e il povero monaco fu preso dalla paura.
Balbettando un po', spiegò che era uscito dal monastero per una breve
passeggiata e che si era attardato un attimo ad ascoltare il canto di un
usignolo, ma che si era affrettato a rientrare per l'ufficio
pomeridiano. L'abate lo ascoltava in silenzio.
«Cento anni fa», disse alla fine, «un monaco di questa abbazia, proprio
in questa stagione e in quest'ora, è uscito dal monastero. Non è più
ritornato e nessuno l'ha più rivisto».
Allora il monaco capì che Dio l'aveva esaudito. Se cento anni gli erano
parsi un istante nello stato d'estasi in cui l'aveva rapito il canto
dell'usignolo, l'eternità non era che un istante nell'estasi in Dio.
Un profeta importunava Dio continuamente: «Perché non fai questo?
Perché non sistemi quello? Vuoi che le cose continuino così? Avanti,
intervieni! Presto, non tardare! Che sarà del mondo se va avanti di
questo passo?».
Finalmente Dio gli parlò.
«Perché te la prendi tanto?» gli disse. «Lascia passare questi
trentacinquemila anni e poi vedremo...».
Il tempo di Dio non è il tempo degli uomini. |