Quando mia nonna andava a far visita a sua madre, aveva bisogno di tre
giorni. Un giorno per viaggiare sul calesse trainato dal cavallo; un
giorno per raccontare e apprendere le ultime notizie, un po' in cucina e
un po' in giardino; il terzo giorno per il viaggio di ritorno.
Quando mia madre andava a far visita a sua madre, aveva bisogno di due
giorni. Viaggiava in treno e, se era fortunata con le coincidenze, si
fermava la sera del primo giorno, raccontava le ultime novità e il
giorno dopo ripartiva.
Quando io faccio visita a mia madre, impiego mezz'ora. Vado in auto e mi
fermo giusto una decina di minuti perché i bambini si annoiano e sono
sempre in ritardo con le spese al supermercato.
Se un giorno mia figlia mi verrà a far visita, di quanto tempo avrà
bisogno?
Nel villaggio gli uomini e le donne si incontravano alla fontana e
chiacchieravano, si scambiavano informazioni, si aiutavano mentre
riempivano otri, secchi e anfore. Nel tragitto di ritorno, camminando
lentamente sotto il peso dell'acqua, ciascuno aveva tempo e calma per
pensare, e perfino per pregare.
Poi fu installata l'acqua potabile. Così ciascuno se ne sta a casa
sua. È tutto molto più comodo e si fa molto più in fretta. Ma non c'è
nessuno con cui parlare e neanche il tempo per pensare. |