"Tu sei il mio Figlio prediletto"
(Marco 1, 11)
Salmo 2
[1]
Perché le genti congiurano [2]
Insorgono i re della terra [3]
“Spezziamo le loro catene, [4]
Se ne ride chi abita i cieli, [5]
Egli parla loro con ira, [6]
“Io l'ho costituito mio sovrano [7]
Annunzierò il decreto del Signore. [8]
Chiedi a me, ti darò in possesso le genti [10]
E ora, sovrani, siate saggi [12]
che non si sdegni e voi perdiate la via. |
Mentre
alcune popolazioni vicine sono in rivolta, viene intronizzato un nuovo re:
egli, forte dell'assistenza di Dio, sconfigge la coalizione nemica. Questo
è il dramma rievocato nel salmo e che ritorna spesso nella storia
d'Israele. Per tale ragione questo canto trovò posto dapprima in una
liturgia per la consacrazione del re, poiché ogni re era un
"messia", cioè un “unto” con l'unzione di consacrazione nel
nome di Dio. I profeti, però, e in seguito anche il Nuovo Testamento,
ampliarono queste prospettive. E così questa antica composizione evoca ai
nostri occhi tutto il dramma del mondo e proclama la sovranità di Dio in
mezzo al tumulto dei popoli e alle ribellioni umane. Dietro
la figura del singolo re si intravede il Messia (Cristo), discendente di
Davide e Figlio di Dio che salva il suo popolo (Isaia 9, 5-6, Atti 4, 25;
13, 33; Ebrei 1, 5), si ha il presentimento della lotta della fine dei
tempi (Ezechiele 38-39; Daniele 12) già intrapresa nella passione di Gesù
e nelle persecuzioni della Chiesa (Atti 4, 25-28); vi si formula altresì
la speranza della conversione finale di tutte le nazioni che
riconosceranno finalmente il Signore (Isaia 45; Apocalisse 19, 15). Il
disegno di Dio sfocerà nella gloria del regno messianico. |