Felicità e grazia perenni

Salmo 22


[1]Salmo. Di Davide.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla;
[2]su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce.
[3]Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
per amore del suo nome.

[4]Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

[5]Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
[6]Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

 Una pecorella ben curata, un ospite trattato con molta attenzione: due realtà della vita quotidiana offrono al poeta due immagini eloquenti per cantare la gioia di essere con il Signore. La raffigurazione di Dio nelle vesti di un pastore ha i paralleli nei Profeti (Isaia 40, 11; Ezechiele 34, 11-16), e sarà l'allegoria più nota con cui Gesù parlerà di sé, tanto che anche gli autori del Nuovo Testamento amano dargli questo titolo (Ebrei 13, 20, 1 Pietro 2, 25; Apocalisse 7,17). L'acqua, l'olio e il calice di vino, dei quali il testo parla, hanno fatto pensare ai sacramenti della iniziazione cristiana: battesimo, confermazione, eucaristia, sicché il salmo veniva cantato, la notte di Pasqua, dai nuovi battezzati ricolmi della gioia di Dio.

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