[1]Di
Davide.
A
te grido, Signore;
non restare in silenzio, mio Dio,
perché, se tu non mi parli,
io sono come chi scende nella fossa.
[2]Ascolta
la voce della mia supplica,
quando ti grido aiuto,
quando alzo le mie mani
verso il tuo santo tempio.
[3]Non travolgermi con gli empi,
con quelli che operano il male.
Parlano di pace al loro prossimo,
ma hanno la malizia nel cuore.
[4]Ripagali
secondo la loro opera
e la malvagità delle loro azioni.
Secondo le opere delle loro mani,
rendi loro quanto meritano.
[5]Poiché non hanno compreso l'agire del Signore
e le opere delle sue mani,
egli li abbatta e non li rialzi.
[6]Sia benedetto il Signore,
che ha dato ascolto alla voce della mia preghiera;
[7]il Signore è la mia forza e il mio scudo,
ho posto in lui la mia fiducia;
mi ha dato aiuto ed esulta il mio cuore,
con il mio canto gli rendo grazie.
[8]Il
Signore è la forza del suo popolo,
rifugio di salvezza del suo consacrato.
[9]Salva il tuo popolo e la tua eredità benedici,
guidali e sostienili per sempre.
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Il
supplicante si rivolge a Dio e maledice i suoi persecutori; tanta veemenza
suppone che egli sia giunto al limite delle forze. Il Signore, sordo per
un istante, esaudisce finalmente il suo servo; dopo l'angoscia, il
ringraziamento. La formula finale trasforma questo salmo in una preghiera
per Israele e il re (o popolo consacrato al servizio di Dio).
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Consacrato:
sembra qui il popolo di Dio, consacrato al suo servizio.
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