Su di me è scesa la tua mano
Salmo 37
[1]Salmo.
Di Davide. In memoria. [2]Signore,
non castigarmi nel tuo sdegno, [4]Per
il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano, [6]Putride
e fetide sono le mie piaghe [8]Sono
torturati i miei fianchi, [12]Amici
e compagni si scostano dalle mie piaghe, [14]Io,
come un sordo, non ascolto [16]In
te spero, Signore; [18]Poiché
io sto per cadere [22]Non
abbandonarmi, Signore, |
Un uomo prostrato sotto il peso della ma malattia e delle divisioni, un uomo colpito dal castigo di Dio! Egli va sgranando I suoi lamenti supplichevoli e monotoni, Interminabili come la sua sofferenza. Davanti a Dio egli si dimostra misero. tradito e abbandonato. Come Giobbe (6, 4, 19, 13-21) non si ribella. Egli si sa peccatore, meritevole della propria sorte, e soffre In silenzio. Nessuna recriminazione, nessuna Imprecazione contro gli avversari. una segreta speranza vive in lui. Troviamo questo abbandono totale in Dio nella terza Lamentazione (vv. 26-29) e nei Canti del Servo di Dio (vedi Isaia 53, 7). La liturgia cristiana ha visto in questo uomo del dolore l'immagine di Cristo silenzioso, durante la sua passione. |