"Adorare il Padre in spirito e verità" (Giovanni 4, 23)
Salmo 49
[1]Salmo. Di Asaf.
Parla il Signore, Dio degli
dei,
[4]Convoca il cielo
dall'alto
[7]“Ascolta, popolo mio,
voglio parlare,
[10]Sono mie tutte le bestie
della foresta,
[13]Mangerò forse la carne
dei tori,
[16]All'empio dice Dio:
[18]Se vedi un ladro, corri
con lui;
[20]Ti siedi, parli contro
il tuo fratello,
[22]Capite questo voi che
dimenticate Dio, |
Questa requisitoria contro una religione religione senza anima richiama la veemenza delle invettive dei profeti. E un oracolo solenne. L'autore sa dispiegare davanti ai nostri occhi tutto l'apparato di una manifestazione divina: Dio in persona entra solennemente in scena per apostrofare gli uomini che strapazzano il culto e la Legge, e richiama i solenni impegni dell'alleanza. Un quadro del giudizio finale! Che si debbano dei tributi alimentari alla divinità è stata un'idea di molti pagani; ma l'Onnipotente non ha bisogno dei nostri beni terreni: tutto infatti appartiene a lui. Questa diatriba contro il culto esteriore si trova spesso nella Bibbia, specialmente nei profeti (1 Samuele 15, 22; 1 Cronache 29, 16‑19; Isaia 1, 10‑16; 29, 13s; 58, 1‑8; Osea 6, 6; Michea 6, 5‑8; Geremia 6, 20; 7, 21; Gioele 2, 13; Zaccaria 7, 4‑6; Malachia 1, 10) ed è presente altrove nel Salterio (39, 7‑9; 50,18s; ecc). Non che si condannino i sacrifici né il culto in generale, solo si denuncia quel formalismo che si accontenta di compiere dei riti. Il Vangelo insisterà molto su questo insegnamento (Matteo 5, 23; 12, 7; Marco 12, 33), che Paolo riprenderà a sua volta nella sua dottrina sul culto in spirito (Romani 12, 7; Filippesi 2, 17; 3, 3). Un altro tipo di formalismo è quello di avere la religione o la Legge più sulle labbra che nel cuore e nella vita. Non è fede autentica quella che non scopre l'esigenza morale e particolarmente quella della giustizia e del rispetto verso gli altri. «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli...», aggiungerà Gesù (Matteo 7, 21). |