So che Dio è in mio favore
Salmo 55
1 Al maestro del coro. Su dona: elem rehoqim». Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero in Gat•. 2 Pietà di me, o Dio, perché l'uomo mi calpesta, un aggressore sempre mi opprime. 3 Mi calpestano sempre i miei nemici, molti sono quelli che mi combattono. 4 Nell'ora della paura, io in te confido. 5 In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo? 6 Travisano sempre le mie parole, non pensano che a farmi del male. 7 Suscitano contese e tendono insidie, osservano i miei passi, per attentare alla mia vita. 8 Per tanta iniquità non abbiano scampo: nella tua ira abbatti i popoli, o Dio. 9 I passi del mio vagare tu li hai contati, le mie lacrime nell'otre tuo raccogli; non sono forse scritte nel tuo libro? 10 Allora ripiegheranno i miei nemici, quando ti avrò invocato: so che Dio è in mio favore. 11 Lodo la parola di Dio, lodo la parola del Signore, 12 in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo? 13 Su di me, o Dio, i voti che ti ho fatto: ti renderò azioni di grazie, 14 perché mi hai liberato dalla morte. Hai preservato i miei piedi dalla caduta, perché io cammini alla tua presenza nella luce dei viventi, o Dio. |
Ancora una volta, un uomo incalzato dalla sofferenza invoca Dio a testimone dell'ingiustizia che subisce. Si appella al giudizio di Dio contro i suoi persecutori; ma, fatto ancor più importante, un profondo senso religioso gli permette di intuire che la preghiera e le lacrime degli uomini sono preziose agli occhi di Dio e che esse lo toccano nel vivo. Il movimento di questa supplica si conclude nel ritornello: una ferma protesta di fiducia nella parola del Signore (vv. 5. 11-12), al di là di tutti i progetti degli uomini. Questa certezza è talmente sicura che il pianto si trasforma in azione di grazie. Per Miktam, in questo e nei salmi seguenti, vedi Salmo 15, I. Jonat elem rehoqim: queste parole ebraiche significano forse »colomba dei terebinti (o dei paesi) lontani».
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