La politica dell'imperatore Federico Barbarossa (1155‑1190) che attentava alla libertà dei Comuni italiani spinse i vescovi a schierarsi dalla parte dei cittadini oppressi dall'autorità imperiale.

San Galdino, nominato arcivescovo di Milano nel 1166, quattro anni dopo la distruzione della città per opera del Barbarossa, incarnò alla perfezione questo modello. Diede il suo appoggio politico alla lega lombarda (1167) pur rimanendo spiritualmente vicino ai poveri di Milano e ai carcerati, soprattutto a quelli che scontavano la pena per debiti insoluti.

Morì nel 1176 dopo avere appena finito di predicare dal pulpito contro l'eresia catara, che sostiene un rigido contrasto tra il principio del bene e quello del male.