Il celebre santo patrono di Napoli fu in realtà vescovo di Benevento, probabilmente nel IV secolo. A causa della sua ferma opposizione all'arianesimo, venne mandato in esilio e, al suo ritorno, fu martirizzato a Napoli insieme a un lettore della sua cattedrale, al diacono Sosso di Miseno e ad altri cristiani. I particolari riguardanti il suo martirio, così come quelli relativi alla sua esistenza, sono leggendari e dunque privi di attendibilità storica. Si narra che fu decapitato e che parte del suo sangue venne raccolto in due ampolle da una pia donna. Il sangue di Gennaro è giunto fino a noi e viene da secoli conservato nella cattedrale napoletana. In determinati giorni dell'anno è oggetto del famoso miracolo della liquefazione, che è inspiegabile da un punto di vista esclusivamente scientifico.