SINTESI

Lettera pastorale del vescovo Vincenzo Savio alla diocesi di Belluno-Feltre

Discernere secondo la volontà del Signore

Cari fedeli,

nella grande assemblea diocesana di Pentecoste ho presentato a tutta la diocesi la lettera pastorale per il prossimo anno "Discernere secondo la volontà del Signore".

Ritenendo però che non tutti potranno leggere un testo che è piuttosto lungo e impegnativo ho pensato di farne una breve sintesi con il desiderio di raggiungere più persone e più famiglie possibile.

Belluno, settembre 2003


NEI MESI SCORSI ...

Nei mesi scorsi abbiamo fatto un TRATTO DI STRADA non indifferente. Non tutto è sempre andato liscio: cose difficili si sono messe fra mezzo, ma ci pare proprio che il Signore, nelle prove come nei risultati, sia stato sempre vicino a noi. Quando abbiamo indicato le tappe del tempo del "vedere" nessuno poteva prevedere quali sarebbero stati gli avvenimenti con cui avremmo dovuto fare i conti e che avrebbero, conseguentemente, condizionato il cammino. Non era nel nostro conto la drammatica fibrillazione del mondo attorno alla scelta di una guerra contro l'Iraq e contro il terrorismo e che mezzo anno sarebbe stato concentrato su questo dramma che ha impegnato la Chiesa e le nostre comunità con tanta responsabilità. Come non stava nel nostro conto la seria minaccia alla salute del Vescovo, evidenziatasi proprio mentre si stava avviando il lavoro insieme nei gruppi sinodali.
   

PRIME SCELTE CORAGGIOSE ...

Nel cammino abbiamo intravisto alcune mete ed abbiamo operato alcune scelte coraggiose:

  • aver dato la parola a tutti; non è stata privilegiata la scelta di interpellare gli specialisti, ma la gente;

  • il merito di una risposta significativa in questa direzione lo si deve allo stile scelto per la grande Missione diocesana;

  • il vigoroso, deciso, intelligente coinvolgimento di laici accanto all'impegno dei nostri sacerdoti;

  • l'incontrarci insieme nel Signore e il metterci in discussione; alcuni significativi appuntamenti di preghiera;

  • la scelta dei rilevamenti statistici e qualitativi che erano inusuali nel nostro ambiente; il particolare clima spirituale che è cresciuto in questi mesi nella nostra comunità diocesana.

   

ALCUNI ASPETTI DEBOLI.

Nel ricordare questi grandi doni non posso tralasciare di evidenziare alcuni aspetti deboli che si intrecciano ai bei momenti positivi:

  • puntavo molto su un coraggioso uscire dalle aree sicure delle persone già coinvolte per vivere l'incontro‑confronto con tanti che abbiamo chiamato della soglia o della non appartenenza alla Chiesa. Mi pare di poter dire che siamo stati timidi o forse poco coraggiosi;

  • anche nella formazione numerica di opportunità di gruppi a fronte di parrocchie coinvolgenti a volte si è fatto la scelta di non moltiplicare i denari di grazia che il Signore ha messo nel cuore delle nostre comunità.

   

DONI DA RAFFORZARE

I doni di grazia seminati da questa esperienza accolta e sostenuta con passione, chiedono di essere rafforzati. Mi pare che siano da rafforzare:

  • la "Sinodalità": una Chiesa che impara a non far cadere dall'alto, da una o da poche persone, le scelte importanti che la riguardano nella vita quotidiana di fede e di fraternità;

  • individuare o rafforzare meglio nuovi luoghi pastorali: gruppi di ascolto legati al territorio o al posto di lavoro;

  • riconoscere e servire la domanda di crescita nella cultura della fede per categorie professionali e di vita;

  • leggere attentamente la situazione per superare preconcetti che disattendono gli spazi nuovi di presenza pastorale.

   

L'ANNO 2003-2004 DISCERNERE

L' anno che sta per iniziare è stato chiamato l'anno del "DISCERNIMENTO". II discernimento non è un dibattito su un argomento e nemmeno uno studio o una riflessione guidata e partecipata. Soprattutto non è opera di conoscenza disgiunta dall'amore e dalla fede. Grazie alla virtù del discernimento il nostro animo acquista la capacità di riconoscere, in ogni circostanza, quello che conviene fare. Alla ricerca della volontà di Dio vediamo subito quanto il nostro cammino si sia allontanato dal suo e quanto i nostri pensieri hanno preso la distanza dai suoi. Dio ci aveva affidato un progetto buono; noi lo abbiamo manomesso da ogni parte, rendendolo talvolta irriconoscibile. Penso subito alla famiglia, nata dall'incontro fra l'uomo e la donna, e al­la grande famiglia umana alla quale il Creatore buono aveva destinato i suoi doni, in maniera equa, affinché vivesse nella pace.

   

COSA VUOLE IL SIGNORE DA NOI?

Cosa vuole il Signore da noi che viviamo in questa terra, che Lui ha amato e benedetto, e in questo tempo nel quale egli non ha certamente rinunciato alla sua Signoria, che ha il volto del Regno?

Oggi avvertiamo l'assenza di alcuni fondamentali valori condivisi, di fraternità, di senso da dare alla vita. In fondo si tratta dell'assenza di Dio. II desiderio, se ben interpretato e coltivato, suscita la ricerca feconda; represso, genera inizialmente nostalgia, piuttosto sterile, poi delusione, stanchezza e indifferenza.

Il discernimento comunitario vede all'opera un gruppo che possiede un centro. Sarà Cristo e il suo Vangelo, sarà la fede e la capacità, almeno iniziale, di comunicarla; sarà l'appartenenza alla Chiesa di cui si condividono le ansie, i progetti, l'esperienza; sarà la preghiera, personale e comunitaria, quale fonte di ispirazione; sarà il pastore, segno visibile di unità.

   

NESSUNA VOCE CI E' ESTRANEA, NESSUNA ESPERIENZA INUTILE

I fatti sui quali si eserciterà il nostro discernimento ci domanderanno un'attenta documentazione.

Presteremo ascolto a Dio e ai fratelli che ci hanno tanto parlato nel primo anno del cammino sinodale. Nessuna voce ci è estranea, nessuna esperienza inutile. Saremo capaci di vero discernimento se non avremo timore di cambiare, se saremo aperti al nuovo, se ci disporremo a ripartire anche su strade inesplorate. Per discernere useremo anche un metodo preciso al quale tutti ci atterremo.

   

IL TEMA DEL SINODO

E ora veniamo al TEMA del Sinodo.

Avremmo potuto fare tante scelte, tutte legittime.

Certi di essere solo un piccolo rivolo abbiamo operato una scelta dopo aver ascoltato attentamente la storia della nostra diocesi, la parola del papa e dei vescovi, le indicazioni sorte dai gruppi sinodali, dal rilevamento domenicale, dalla ricerca sulla realtà socio‑pastorale della nostra terra. Ci ha guidato la convinzione che la Chiesa ha un compito e una vocazione profetica alla quale il Signore la chiama.

   

LA SFIDA DELLA VITA

Da tutto questo emergono delle sfide che provocano inquietudine per la loro gravità o per la urgenza della risposta da dare; ma c'è una sfida che è sintesi di tutte le altre e tutte le attraversa: è la sfida della Vita. Tornano alla mente le parole di Gesù: "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10). Riscoprire e vivere la vita in pienezza sarà quindi il filo conduttore delle nostre riflessioni sinodali. Nostro compito di credenti è servire la Vita.

In questo orizzonte splendido il Sinodo ci obbligherà a rispondere ad alcune radicali domande: Chi annuncia Cristo? Come annunciare? Quali aree della vita e della società privilegiare?

È la famiglia ad essere l'area propria da cui partire. Quanta attenzione a questa realtà! Quanta preoccupazione attorno alla sua integrità! Il tema della famiglia nei suoi valori e nei suoi rischi, oggi assolutamente più gravi che nel passato, emerge ovunque!

Su che cosa puntare? Sul valore del formare la persona nella sua identità e nelle sue relazioni. Mi pare proprio che

  • la formazione della coscienza per una autonomia in dignità;

  • l'educazione all'amore, nelle sue espressioni vocazionali di coppia o di servizio nella Chiesa;

  • la corresponsabilità nella vita sociale e politica siano le mete operative su cui confrontarci.

 

 

 

Maria, sorella e Madre, ci guida, ci aiuta.

Ci accompagnano i Santi della nostra terra.

vi benedico di cuore

  Vincenzo, vescovo

 

indietro all'indice del secondo tempo sinodale