Racconta
un parroco che una sera suonò alla porta uno straccione. Non chiedeva
da dormire né da mangiare "Posso farti l'annuncio? chiese al
parroco lo straccione l'annuncio del Signore risorto." Ma sai
con chi parli? Con il parroco, che questo lo fa per mestiere, insiste il
parroco. "Tutti abbiamo bisogno dell'annuncio", rincalza
umilmente l'ospite. Entrato in casa gli parla del Signore Gesù, vero
Salvatore, con parole semplici e nuove, con il cuore e con la vita, così
semplicemente che il parroco alla fine si trova in ginocchio, in lacrime
davanti allo straccione. "Mi hai rivelato il volto di Gesù, mi hai
convertito." Era un missionario itinerante. Tutti abbiamo bisogno
di annuncio, di scoprire il volto di Gesù, anche il parroco. L'annuncio
può cambiare la vita di tutti, di ognuno. L'annuncio è libertà,
gioia, scoperta, impegno, vita nuova. Mi trovavo in Africa, un
pomeriggio. Si avvicinano due giovani. Vogliamo parlare di Gesù. Mi
sento invitato a nozze. Attacco con entusiasmo. L'annuncio faceva bene
più a me, lo sentivo. Dopo un poco i due tirano fuori una Bibbia e
cominciano a confutarmi. Ma Paolo in Efesini 3 dice, ma Giovanni in 16,
22 afferma. Non era più un annuncio. Era una schermaglia a suon di
versetti biblici. Era sparito l'entusiasmo, la gioia, la voglia di
scoprire il volto del Signore e del fratello. I due giovani erano non
alla ricerca ma alla caccia di chissà che. Questa è la discussione,
una nebbia che offusca. Se si ricerca con semplicità e apertura di
cuore si trova. Se si impone quello che si crede cresce il gelo. Nella
nostra missione vogliamo annunciare e ascoltare. Il protagonista della
missione è lo Spirito Santo. Sembra una barzelletta. Si precipita in
sacrestia, dopo una pomposa predica, un fedele folgorato dal Signore. Il
Signore mi ha convertito, dice il fedele al predicatore. Gongolante e
soddisfatto il predicatore chiede quale passaggio del suo dire lo abbia
colpito a tal punto. Risponde disarmante il convertito: quando ha detto
ed ora passiamo al secondo punto, proprio lì. E’ lo Spirito che
si serve di noi. In questa Missione noi accoglieremo con semplicità e
apertura di cuore chi annuncia la Parola. Noi ascolteremo, non faremo il
contraddittorio, le obiezioni. Altri sono i luoghi e tempi per questo.
Cercheremo di pregare lo Spirito che cambi tutti, missionari e noi che
li accogliamo. Un grazie a tutte le famiglie che accoglieranno il
missionario. Un grazie anche alle altre che formano il tessuto della
nostra comunità, sempre in ricerca.
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Quel
che conta è la salute. Una bella cera, uno scoppiettare di felicità.
Questa viene dal cuore. Viene dall'avere la coscienza apposto. Quando
sei pulito dentro tutto è pulito. Quando sei tranquillo dentro tutto ti
sorride e tu fai sorridere il mondo che ti sta attorno.
Prima
tappa. Se
hai un nodo dentro, se hai una ferita, un peso un buco nero, come puoi
sorriderti allo specchio? Prima operazione, risanamento interiore.
Proviamo con il fai da te. Mi parlo, mi convinco, mi rassicuro.
L'effetto sanatorio non affonda. Proviamo anche con Dio. Gli parlo, mi
arrovello, gli faccio discorsi anche notturni. Poco cambia. Qualche
sprazzo di cielo, ma non il sereno. L'impresa più ardita è buttarmi in
ginocchio. Sei grande, uomo, quando ti inginocchi. Tocchi il cielo. E il
cielo si apre. E siamo alla prima tappa. Hai le ali di nuovo. Puoi
volare.
Seconda
tappa. Il carburante. L'energia più che atomica, sovrannaturale, il
propulsore divino. Ha la forma del pane, ma ti lancia nell'unione con
tutti, tu che eri diviso, il cielo che vedevi lontano è dentro te.
Non occorre guardare in alto o in basso o altrove. E' dentro di te. I
bambini lo sanno e chi si fa come loro nell'accostarsi alla fonte della
vita.
Terza
tappa. Desideri che tutti siano liberi e felici. Lo chiedi con forza. Da
solo vali poco e allora ti metti insieme a quelli che sono arrivati come
te a vivere questa meraviglia. E chiedi per tutti la stessa esperienza.
E' un atto di giustizia. Hai ricevuto e allora dai.
Quarta
tappa. Cosa manca ancora? Il risanamento anche della memoria, del
passato. Resta sempre l'amaro di scelte scellerate, il rimpianto del
bene svicolato, una dose di tristezza che si è arrecata agli altri.
Allora ecco il regalo finale. Anche quei nei che ti impedivano il volo
libero ti vengono sciolti, con un cammino che tu scegli, un viaggio che
ti porti fuori da te. Può essere una meta di un luogo, che raggiungi
con sacrificio, può essere una persona bisognosa e sofferente, che è
come un santuario. Tu ci vai per ricevere in dono il risanamento totale
della memoria e del passato. Il dono te lo fa tua madre che ti ha
generato, il fratello maggiore, che ha dato tutto se stesso per te.
Prima
tappa: confessione.
Seconda
tappa: Comunione.
Terza
tappa: Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.
Quarta
tappa: Pellegrinaggio a un luogo fissato o ad una persona che soffre.
Con un linguaggio o l'altro tentiamo di arrivare alla fine della nostra
storia.
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