E giacché sono in argomento, voglio parteciparvi alcune
osservazioni di un grandissimo scrittore cattolico francese, membro
dell’Accademia di Francia e sagace e fecondo servitore della Chiesa,
Daniel Rops. Egli
chiama
il futuro Concilio “il Concilio di Giovanni XXIII” perché è stato
il Papa, ispirato dallo Spirito Santo, che ne ha avuto, solo, l'idea Lui
che l'ha imposta a tutti. Lui che anima e controlla l'ingente lavoro
preparatorio.
Nella
situazione grave in cui si trova oggi la cristianità, Egli ha voluto
essere appoggiato dalla massa dei cattolici... nelle grande decisioni
che Egli dovrà prendere.
La
Chiesa non è affatto in crisi, anzi forse mai essa è stata così bene
ordinata attorno al suo Capo. E' il mondo che è in crisi perciò
problemi nuovi e gravi si pongono alla Chiesa ai quali essa deve
rispondere. UNO DEI PIU' IMPORTANTI DELLA STORIA
Il
Concilio non durerà certo 18 anni come quello di Trento.
I
partecipanti saranno dal tre mila al tremila e cinquecento. Per la prima
volta vi si vedranno dei visi “gialli e neri”. La presenza di
parecchi Vescovi di colore condurrà certamente il Concilio a studiare
sotto un riflesso nuovo il problema delle
Missioni.
|
|
Il
Santo Padre coglie ogni occasione per invitarci sempre più
pressantemente a pregare per il buon esito del prossimo Concilio
Ecumenico dice che dopo Dio, i buoni risultati dipendono da noi: quanto
più noi procureremo di condurre una vita veramente cristiana, tanto
più copiosi e duraturi saranno i frutti dello stesso.
Il
S. Rosario del mese di maggio è stato offerto a Dio per questo
altissimo scopo. La
Chiesa, dopo Il Concilio, dovrà apparire più bella, più pura, più
santa, tale insomma da invogliare i fratelli separati a riconoscerla
come la vera, la grande famiglia di Cristo e ad entrarvi come in casa
propria.
Anche
il nostro Vescovo con apposita lettera ha ripetuto un fervido invito
alla preghiera per le grandi intenzioni dal Papa e dai Vescovi assegnate
al Concilio.
Nel
mese di maggio i milioni e milioni di fedeli che appartengono all'Apostolato
della Preghiera hanno
offerto a Dio preghiere, azioni e patimenti quotidiani “affinché
stima e conoscenza fra cattolici e cristiani separati preparino la via
alla vera unità” La strada del ritorno dei nostri fratelli che il
Papa chiama figli è lunga, lo sappiamo. Il Concilio non è una
bacchetta magica. Ostacoli, difficoltà, incomprensioni intralciarono
sempre ed intralciano anche oggi cammino della Chiesa che perciò non
può essere definito “trionfale”. Ma dove c'è carità, i risultati
sono incalcolabili. La carità ha fatto crollare tanti pregiudizi. Ha
stimolato alla comprensione reciproca, al riconoscimento delle proprie
colpe nella triste di visione del cristianesimo. La
carità ha reso già possibili le “cortesi” visite al Papa di
altissimi rappresentanti a Chiese da noi separate, visite fino qual
tempo ritenute addirittura impossibili. Sono parecchi i protestanti che
pregano con per il buon esito dei Concilio, per la causa dell'unità.
Sentite
questo accorato appello del Papa ai fratelli separati: “Questa è la
vostra casa: è finito il tempo delle mormorazioni, lasciamo alle spalle
il passato di discordie, abbracciamoci e vogliamoci bene”.
|