IL PIAVE BOLLETTINO PARROCCHIALE DI SAN NICOLO' (febbraio 1992) |
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A GERUSALEMME PER DIRE GRAZIE |
TRENT'ANNI DI STORIA |
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Trent'anni di vita parrocchiale. Vogliamo dire grazie, andando alle fonti. Lo diremo per tutti i nostri parrocchiani. Andare in Terra Santa è una grazia da chiedere. E' andare alle sorgenti. Come Maria diciamo il nostro "sì" al Signore che ci chiama oggi. I pellegrini già nei primi secoli erano convinti che mancasse qualcosa alla loro fede ed alla loro scienza: pensavano davvero di poter trovare Gesù solo nei luoghi da cui la croce ha irradiato il suo splendore. E cosa fare da pellegrini, diceva San Girolamo già nel quarto secolo? "Canteremo incessantemente, la preghiera non avrà interruzione. Troverà l'anima quello che cerca". Saranno anche i nostri sentimenti. Viviamo in un mondo troppo sfiduciato, frammentato, litigioso, nevrotico. Andiamo a trovare fiducia, certezze, equilibrio e maturità. Tutta la vita è una ricerca, un andare, un pellegrinaggio. Gerusalemme è il simbolo della meta ultima. Per noi pellegrini sarà una tappa del procedere verso la Gerusalemme eterna. Pellegrini gioiosi, semplici, contenti. Così saremo, noi, pellegrini di Borgo Piave, al ritorno alle sorgenti della fede. |
La
parrocchia ha 30 anni. Auguri. Li ricordiamo per fare festa e per fare
giudizio. La festa è doverosa. Un pezzo di storia è scritto. Noi siamo
eredi e protagonisti. Ricordiamo con affetto gli iniziatori di questa
avventura parrocchiale, facciamo memoria di tante persone che hanno
lavorato e sono scomparse. Serriamo le fila e ci rimbocchiamo le maniche
davanti agli impegni che ci attendono. Dobbiamo fare giudizio? Ognuno ha
la sua coscienza. La segua. Ognuno ha anche le guide che si sceglie. Le
segua. La chiesa offre una guida collaudata, secolare, oltre la moda,
sempre in sintonia con la parola eterna. A noi di seguirla. La
parrocchia è un luogo dove questa parola si fa concreta, udibile,
praticabile. Ogni tempo offre occasioni proprie e rispondenti ai bisogni
del momento. E' la vita parrocchiale. Come la seguiamo, la formiamo, la
creiamo questa vita parrocchiale? Tre sono i centri di interesse di una
parrocchia. Su questi si può fare un bilancio: La Parola, I Sacramenti,
la carità.
La
Parola: Il catechismo è sempre stato un impegno prioritario,
l'educazione alla fede dei ragazzi. Otto classi di catechismo, 10
ragazzi per classe, in 30 anni fa la bellezza di 2.400 presenze. Anche
i catechisti sono stati bravi e disponibili. Han scritto la storia più
importante dell'educazione. Loro non ci crederanno, ma l'educazione
passa attraverso il quotidiano, che è semplice e sconcertante, come
certi comportamenti di bambini, ma che è pure la strada preferenziale
della comunicazione delle cose grandi ed importanti. Accanto al
catechismo ci sono state le adunanze varie di gruppi come la San
Vincenzo, L'Azione Cattolica nei vari rami organizzativi, i gruppi
sportivi nati all'ombra della chiesa. Una scuola della parola che ha
seminato e porta i frutti in tante parti della società. I sacramenti: sono i segni, le azioni umane che comunicano il dono di Dio, la sua amicizia, la sua vita. In trent'anni sono state celebrate all'incirca 12.500 messe, una cascata di presenza dello spirito tra noi. Non mi azzardo a calcolare le confessioni, terreno questo privatissimo e delicato. Certo che la comunità ha offerto a tutti il luogo della riconciliazione con Dio, con se stessi e con il prossimo. L'amore ha trovato benedizione solenne e festosa, i fratelli defunti hanno avuto il viatico e la preghiera sincera. I bambini sono rinati alla fonte della vita e gli adolescenti han ricevuto lo spirito di fortezza, che li aiuti ad essere maturi e responsabili. Tutto questo è parrocchia, comunità viva e vitale. La carità: pensate alle opere di misericordia corporali, ossia riguardanti la vita di relazione: avevo fame, sete, ero senza lavoro, ero straniero, con problemi con la giustizia e la gente, ero ammalato, anziano ... e siete venuti a trovarmi. Pensate alle opere di misericordia dello spirito: consigliare i dubbiosi, ammonire i peccatori, consolare gli affitti, pregare per i vivi e per i defunti. Questo l'han fatto non solo i parroci e le suore, ma tutte le persone credenti e formate alla parola di Dio. |