IL PIAVE

BOLLETTINO PARROCCHIALE DI SAN NICOLO'

 (marzo 1993)

PICCOLA CRONACA

IL DECALOGO DEL FIGLIO

1 dicembre

 Festa di S. Nicolò. Quest'anno la festa di S. Nicolò ha portato appuntamenti speciali alla nostra comunità. Nel rispetto della tradizione locale un "simpaticissimo" S. Nicolò si è incontrato con i bambini, distribuendo ad ognuno un dono, un saluto, una parola affettuosa. La pioggia furiosa e scrosciante non è riuscita a guastare l'atmosfera di gioia. 

6 dicembre

 Festa della Parrocchia. Memorabile questa giornata, preparata con cura in tutti i dettagli. Molto apprezzata ad esempio la mostra fotografica retrospettiva che è rimasta esposta in Chiesa a lungo per dare a tutti la possibilità di vederla. Il dono più gradito è stata la presenza di don Renzo e di don Sergio, nonché delle amatissime suore dell'ex asilo. Vivere questa festa è stato ringiovanire, rinsaldare le nostre radici, rinvigorire la nostra fede.

23 dicembre

 Inaugurazione delle scale. 1 borghigiani hanno voluto festeggiare, con una piccola cerimonia, seguita da un incontro conviviale, inaugurazione delle scale che da Via Uniera dei Zater portano alla Chiesa. Hanno testimoniato, lasciando da parte ogni recriminazione, la soddisfazione di poter finalmente usufruire di un servizio atteso davvero da lungo tempo. I bambini di 3a del catechismo sono stati le mascottes della festa. Al nastro di partenza sono le nuove scale di san Nicolò. Dopo anni di attesa e promesse arrivate, belle e funzionali. I ruderi sembrano più accettabili, il borgo più agile e lindo. per i prossimi interventi. 

Inaugurazione delle scalette (clicca per ingrandire)

 

   Al nastro di partenza sono le nuove scale di san Nicolò. Dopo anni di attesa e promesse sono arrivate, belle e funzionali. I ruderi sembrano più accettabili, il borgo più agile e lindo. Auguri per i prossimi interventi.

Va di moda, oggi, processare padri e madri. Se il ragazzo sbanda, la colpa è dei genitori; se non cresce educato, la responsabilità è di chi l'ha messo al mondo. Insomma, padri e madri sono i primi a riceversi le pietre. E i figli? Tutti innocenti i figli? Perché non dovrebbero ritenersi anch'essi responsabili della riuscita della famiglia? E' vero che padre e madre hanno i loro doveri, ma è pur vero che i figli hanno i loro obblighi. Eccone, in forma rapida e concisa, un elenco incompleto.

E' rivolto a lui, al figlio:

  1. Sentiti responsabile della felicità della famiglia. La famiglia è un impegno da portare avanti tutti, non una mucca da mungere o un nido da sfruttare;

  2. Sappi che anche mamma e papà, sono essere umani: hanno i loro momenti di debolezza, di noia, di avvilimento;

  3. Aiutali ad imparare a fare i genitori. Certo che lo puoi! Con la dolcezza, con la comprensione, approfittando dei momenti magici che vi sono sempre in ogni famiglia, per parlare dei tuoi problemi. Vedrai che vi capirete ed insieme imparerete loro, ad essere più genitori e tu, più figlio;

  4. Parla! parla! Spesso il silenzio e l'indifferenza feriscono più della parola. Arrivi a casa, mangi, bevi... tutto in silenzio. Finito il pasto, esci senza parlare, senza guardare in faccia. Ti pare onesto? I genitori hanno diritto, almeno, alla stessa cortesia che si dimostra con gli amici!

  5. Non considerare il papà come un portafoglio e la mamma come una serva;

  6. Non accorgerti solo quando la minestra è salata, ma anche quando è buona per dire "grazie!". I genitori hanno bisogno di tenerezza: “ciao!", "come va?” "se non vi dispiace", "vi telefonerò senz'altro"...;

  7. Non essere crudele ritornando a casa alle 2, 3, 4 della notte! E' vero che loro, i genitori, potrebbero dormire, ma sai bene che non è facile comandare al cuore. Già hanno passato tante notti a curarti quando eri indisposto, non è giusto che ora, mentre scoppi di salute, passino altre notti insonni solo per il tuo eccessivo divertimento. Non è giusto che i genitori soffriranno "mal di figlio”;

  8. Ascoltali nelle questioni importanti: "Nella vita vorrei fare questo... So bene che tocca a me decidere, ma desidero avere il vostro parere...";

  9. Non essere brevissimo solo quando telefoni dalla cabina ("non ho più gettoni") e lunghissimo quando telefoni da casa;

  10. Non essere come il paguro bernardo che vive sfruttando le risorse altrui. Ad un certo punto ti deve pur venire in mente l'idea di mantenerti da solo. Un po' d'orgoglio! Troppo comodo – ed anche troppo piccolo! – farsi mantenere in eterno.

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