Tra
i cespugli, sotto l’arcata del ponte vecchio, c’è un gran fermento
stamattina.
E
Poldo non può restare indifferente a quegli strani movimenti. Chi sarà
mai l’invasore del suo territorio? Cautamente s’avvicina e fa subito
sentire il suo vocione intimidatorio.
Dal
grumo di sterpi gli risponde un fischio prolungato ed infine s’alza
rapido nell’aria un merlo acquaiolo. Messosi al sicuro sopra un
muricciolo si rivolge così a Poldo: “Ehi! Grassone, perché gridi
tanto con quella tua voce stonata? “ Poldo non è mai stato così
insultato da nessuno. Pieno di bile chiama a raccolta tutti i suoi
sudditi. Ben presto sotto il muretto si forma una gran folla che,
sobillata da Poldo, grida a squarciagola. Ora il merlo è piuttosto in
confusione: ogni tanto si sente il suo fischio acuto sempre più
stridulo, come di chi ha paura. Poi, d’improvviso, si lancia nel
vuoto, sfiora tutti quei becchi gialli che gridano e va dritto verso il
Piave. Tutti zittiscono. “Che voglia suicidarsi per paura di noi?”
Pensa la colonia di anitre. Già Poldo si dirige verso l’acqua per
tranquillizzare il poveretto quando lo vede immergere di scatto il capo
nel Piave. “E’ finita !” Pensa il grande oco contrito. Ma,
meraviglia delle meraviglie, ecco il piccolo merlo riaffiorare con un
pesciolino in bocca.
Ora
tutte le anatre, schierate sul bordo del fiume, fanno il battimani con
le ali all’intrepido merlo. Lui intanto pensa:”Ma non sanno che
questo è il mio mestiere. Sono proprio oche.”Poldo, nel frattempo,
immerge il suo becco nell’acqua. “Anche sì che divento pescatore
pure io “ Pensa il nostro eroe ed intanto con la zampa si gratta,
pensieroso, la testa.
Giulia
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