La
chiesa della nostra parrocchia viene costruita nel 1361 per volere di un
certo Nicolò Cursore secondo le notizie che ci riporta Florio Miari
nelle sue “Cronache bellunesi inedite” del 1865. Dell’impostazione
di questa chiesa a noi resta solo una incisione dell’Alvisi che risale
al 1859 e che rappresenta una raffigurazione tra l’altro poco
attendibile.
Nel
1547, rettore Domenico Faletro, la chiesa viene fatta oggetto di
modifiche sostanziali che si vanno a sovrapporre all’impianto
trecentesco rendendone difficile la lettura.
Durante
la dominazione francese la chiesa di Borgo Piave, come molte altre in
Belluno (S. Rocco, S. Maria dei Battuti, ecc.), diventa magazzino e
alloggio delle truppe napoleoniche.
Nel
1861 viene completamente ricostruita e acquista l’immagine che ancor
oggi è dato di vedere, immagine che ne restituisce il carattere
profondamente ottocentesco.
I
lavori che in questo periodo stanno interessando la chiesa, sono
configurabili più come manutenzione straordinaria che come restauro,
anche se in parte la finalità è quella del recupero dell’aspetto
originario e in questo senso si può parlare anche di restauro
filologico. Il fabbricato è vincolato ai sensi della Legge 1089/39, ora
D.Lgs 490/99e quindi ogni intervento che vi si intende realizzare è
soggetto all’approvazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici
del Veneto Orientale.
Gli
interventi possono essere riassunti in questo modo:
Si
propone di intervenire lungo le pareti per risolvere il problema della
risalita d’acqua per capillarità che grava sulle murature. Si propone
di realizzare un drenaggio là dove è possibile e di realizzare un
nuovo intonaco di tipo macroporoso che lascia traspirare il muro e
consente allo stesso di rilasciare l’umidità che per effetto della
risalita per capillarità si forma all’interno del muro stesso,
inoltre essendo macroporoso consente di trattenere i cristalli dei sali
senza scoppiare come invece fa generalmente un intonaco normale quando
diventa saturo di sali.
Si
propone di trattare e tinteggiare le pareti interne della chiesa. Si
tratta di fare alcuni saggi stratigrafici dell’intonaco al fine di
recuperare la colorazione ed il livello originari. Su tutta la muratura
compaiono fessurazioni dell’intonaco che vanno dalle microfessurazioni
alle fessurazioni statiche. Esse sono visibili particolarmente sulle
parti alte della costruzione e sull’altare maggiore. Si propone di
intervenire aprendo l’intonaco in corrispondenza della fessura e, dopo
aver pulito in modo adeguato la fessura e tutto il contorno, procedere
con delle stuccature. Va detto che la maggior parte delle fessure
segnalate sono fessure di nessun conto, dovute al comportamento
dell’intonaco che in taluni ha avuto comportamenti diversi e quindi ha
creato delle microtensioni interne, questo risulta visibile nelle
regioni alte come i cornicioni che propongono anche un certo ricarico di
intonaco per disegnare le modanature.
Si
propone di rivedere il sistema di illuminazione della chiesa per
migliorare la qualità della luce. Si propone di alloggiare sopra il
cornicione dei fari a luce indiretta e dei faretti a luce diretta.
Si
propone di pulire le pareti esterne della chiesa e si tratta di semplice
operazione di pulizia dato che gli ultimi lavori risultano piuttosto
recenti. Si tratta di una pulitura di tipo non abrasivo con stuccatura
di eventuali microlesioni, sistemazione e riconnessione dei giunti. Il
portale di ingresso presenta in mezzo una larga fessura che in occasione
degli ultimi interventi è stata trattata con malta forse cementizia di
colore scuro. Si propone di rimuovere la stuccatura nella parte più in
vista e di intervenire con una malta a base di calce e polvere della
stessa pietra di cui è costituito il pezzo che presenta la fessura.
Si propone di consolidare e fissare le piccole parti che eventualmente
tendono a muoversi, quindi si intende procedere con la pulitura con
impacchi di polpa di carta e bicarbonato di ammonio in soluzione e
successivi lavaggi ripetuti con acqua distillata. Si intende procedere
poi alla stuccatura delle microlesioni che si dovessero riscontrare e
alla ricostruzione di piccole parti eventualmente mancanti con impasti
variabili di calce desalinizzata, polvere di marmo e pigmentazione
naturale.
Si
propone di ripulire tutti gli elementi lignei.
Si
propone di restaurare le porte in legno, si fa riferimento alla porta
dell’ingresso secondario e a quella principale nonché alla bussola
d’ingresso. Il degrado che si rileva riguarda soprattutto la vernice.
In
modo particolare le porte della bussola presentano parti in cui la
vernice si è rovinata e risulta brutta a vedersi, si propone di
intervenire con operazioni di sverniciatura e riverniciatura.
Alberto
Lazzaretti
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