Tante
e meravigliose sono le esperienze di vita con i nipotini che non
basterebbe un libro per descriverlo.
Durante
l'ultimo anno dei mio lavoro di insegnante quando, tornando a casa per
via Monte Grappa, incrociavo la baby-sitter che teneva in braccio il mio
primo nipote, ero presa dalla gelosia e non vedevo l'ora di andarmene in
pensione per accudire al piccolo Andrea.
E
così mi sono ritrovata nonna a tempo pieno. Ed è stato come partorire
un'altra volta, e il nipotino era per me più che un figlio e non
importava se le somiglianze con la mia parte non erano così evidenti:
è stato amore a prima vista.
E'
stato bello seguire di giorno in giorno la sua crescita, vederlo
sorridere, aiutarlo nei primi passi , pulirlo, nutrirlo, coccolarlo,
viziarlo, vederlo aprirsi al mondo, udire i primi balbetti, indovinare
le prime parole. Per lui inventavo storie, gli insegnavo le filastrocche
e le canzoncine che si tramandano di generazione in generazione. Pregavo
con lui così come mia madre e mia nonna avevano fatto con me. Lo
portavo a prendere aria giù alla Piave e ci divertivamo a giocare con i
sassi o a far navigare barchette di carta. E spesso correvamo felici nel
prato, bambina anch'io con lui.
Scoprivamo
i segreti della natura: le larve nascoste nelle foglie avvizzite e
accartocciate del nocciolo, i semi provvisti di "ali" o
racchiusi nei baccelli.
Ad
un corto punto mi accorsi che i miei famigliari erano gelosi dei mio
affetto per il nipotino: mio figlio protestava perché non trovavo più
il tempo per preparare i cibi che preferiva; mio marito diceva che gli
pareva di contare solo in quanto nonno e perché mi aiutava nelle cure
per il piccolo Andrea; mia figlia un giorno mi rinfacciò: "Ti dai
tanta pena per Andrea, ma con me tu non sei stata così amorevole e
sollecitali.
Quando
è nato il secondo nipotino, ho dovuto dividere cure, preoccupazioni e
affetto. E come quelli crescevano, ecco arrivare Davide, Daniele e,
ultimo, Luca ed ogni nascita era seguita con trepidazione e gioia
grandissima.
Sono
cinque meravigliosi maschietti che hanno riempito e riempiono la vita
della nostra famiglia. Seguire passo passo lo sviluppo di un bimbo è un
po' come penetrare nei misteri della vita ed ogni volta è un miracolo.
Ma
i nipoti crescono, vanno alla scuola materna, alle elementari, alle
medie, si incontrano e si scontrano con i coetanei, giocano con gli
amici, imparano a rapportarsi con gli altri, fanno esperienze al di
fuori dell'ambiente familiare. Guardano al futuro, mentre noi nonni
rappresentiamo il passato; ma mi piace pensare che noi siamo le robuste
radici di una pianta la cui linfa vitale
scorre
fin nei più teneri rami.
Al
primo nipote che sta "cambiando pelle" e che si è fatto più
silenzioso, preso da chissà quali
sogni
ho chiesto se ricordava le passeggiate e quelle meravigliose esperienze
che avevamo
compiuto
insieme. Quasi infastiditone ha risposto che ricordava soltanto il
balenare argenteo delle trote che, nella sera balzavano fuori dall'acqua
per acchiappare gli insetti. Allora ho capito: non io avevo dato a lui,
ma lui aveva dato a me. Nel tentativo di riprendermelo ancora un po',
gli ho
detto:"
Andrea, voglio che tu sappia che ci hai dato tanta gioia, tante
emozioni, ci hai dato molto!". Sono i nipoti che il Signore ci ha
dato con tanta generosità la vera ricchezza della mia famiglia.
Giovanna
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